Segui le stelle per capire le nuove speculazioni della finanza

scienze

Il titolo del New York Times “Milliseconds gained, but at what cost?” ha immediatamente risuonato con la mie corde più recondite. Non sapevo affatto a cosa si riferisse, ma misurare i millisecondi è sempre stato il mio pane quotidiano. Ho dedicato quasi tutta la mia carriera allo studio dei pulsar, affascinanti oggetti celesti che hanno tutte le caratteristiche più estreme che si possano immaginare. I pulsar sono l’ultima fermata della materia prima di cadere nel baratro del buco nero. Sono ciò che rimane di una stella molto più grande del nostro Sole che ha esaurito il suo ciclo vitale e, non più capace di mantenersi in equilibrio, ricade su se stessa.

Gli strati esterni della stella precipitano verso il centro dove il nucleo viene sottoposto ad una terribile pressoterapia che impacca una massa paragonabile a quella del sole in un raggio di 10 km e crea quella che chiamiamo una stella di neutroni.

La compressione non può andare oltre e il nocciolo stellare che si è formato è una barriera invalicabile contro la quale la materia in caduta libera rimbalza, causando la spettacolare esplosione che gli astronomi chiamano supernova. Il nocciolo stellare che rimane, oltre alla massa, riceve in eredità il campo magnetico della stella e la sua energia di rotazione. La stella di neutroni è piccolissima ha un campo magnetico elevatissimo e il suo periodo di rotazione si misura in frazioni di secondo.

Per tornare con i piedi per terra, pensiamo che gare di sci si vincono sui centesimi di secondo, più o meno il tempo necessario per sbattere le palpebre. Alcune stelle di neutroni veramente speciali ruotano in poco più di un millisecondo e sono uno straordinario laboratorio per mettere alla prova la leggi della fisica nelle condizioni più estreme – non per niente le stelle di neutroni sono gli oggetti celesti che hanno ricevuto più attenzione dal comitato che assegna i premi Nobel per la Fisica.

Per studiare, e cercare di capire, il comportamento delle stelle di neutroni bisogna contare ogni loro singola rotazione tenendo conto di tutti i possibili effetti che possono fare accelerare o ritardare i segnali.

A volte sono effetti macroscopici, come il movimento della terra attorno al Sole, a volte effetti molto più sottili legati al moto della stella, che sfreccia nella spazio perché nell’esplosione della supernova ha preso anche un potente calcio, oppure perché orbita attorno ad un’altra stella in un sistema binario. Se volete avere un’idea del segnale che riceviamo da una stella di neutroni potete sentirlo: si va dalle stelle più paciose che ruotano una volta al secondo, ai pulsar veloci che di rotazioni ne fanno una decina al secondo (e sembrano dei motori diesel) a quelli velocissimi che compiono centinaia di rotazioni in un secondo (come il motore di una Ferrari).

Ecco spiegata la mia sensibilità al tutto ciò che riguarda i millisecondi. Devo però aggiungere che sono bastate poche righe per capire che l’articolo si riferiva a millisecondi in un contesto completamente diverso da quello astronomico. Si parlava piuttosto di velocità delle transazioni nel mondo della finanza e delle manipolazioni del mercato americano (e quindi mondiale) perpetrate attraverso lo High Frequency Trading (HFT). Pur confessando la mia ignoranza in materie finanziarie, sono stata indotta a proseguire nella lettura perché ho capito che si trattava di un commento ad un libro denuncia che sta facendo molto scalpore negli Stati Uniti intitolato Flash Boys. A Wall Street Revolt scritto da Michael Lewis.

Che la velocità nella gestione delle informazioni sia fondamentale nei mercati finanziari non è certo una novità. A metà ottocento alla borsa di Londra si sono fatte fortune con i piccioni viaggiatori, poi con i telegrammi e così via, sfruttando tutti gli ausilii delle tecnica per acquisire sempre più velocemente le informazioni che servono. Oggi le informazioni viaggiano su fibra ottica e la velocità di trasmissione è poco inferiore a quella della luce (il segnale rimbalza sulle pareti e perde un po’ di tempo rispetto alla propagazione in linea retta). I millisecondi che interessano a Wall Street sono quelli limati nei tempi di transito degli ordini.

Dal momento che i più grandi server finanziari sono in New Jersey (forse per motivi fiscali?), ordini che vengono effettuati da un computer a Chicago impiegano uno zinzino di tempo di più degli ordini che vengono da New York, che, a loro volta, hanno un lievissimo ritardo rispetto a ordini che vengono dal palazzo accanto a quello dei server. Da quel poco che ho capito, programmatori russi supersmart hanno messo a punto dei sistemi (in continua evoluzione) che sfruttano i ritardi per gettare un occhio su quello che viene ordinato ed intervenire, acquisendo i prodotti che hanno dei potenziali acquirenti, per toglierli dal mercato per qualche millisecondo e rioffrirli ad un prezzo di pochissimo più alto. In questo modo si realizzano dei guadagni minimi che vengono però moltiplicati per un numero altissimo di transazioni. Alla fine della giornata (che in effetti non finisce mai perché ci sono sempre borse attive in qualche parte del mondo) i guadagni si contano in milioni di dollari ma nulla è rimasto nelle mani dei trader superveloci che hanno acquistato e rivenduto senza tenere nulla. Anche per una persona completamente digiuna di conoscenze finanza, risulta chiaro che si tratta di un meccanismo potenzialmente dopante, che può influenzare i costi dei prodotti praticamente senza rischi perché non si compra realmente niente, ma piuttosto si specula (forse in modo non del tutto legale) sui ritardi di trasmissione dei segnali degli investitori che vorrebbero piazzare ordini che vengono subdolamente bloccati.

E’ questa l’essenza (certamente molto semplificata) dello HFT. Il suo successo è basato sull’assenza di tassazione sulla singola transazione dal momento che, se ogni singola transazione fosse tassata, la pratica perderebbe il suo interesse. È per questo che viene praticato quasi solo negli USA. In Europa qualche tipo di tassazione viene applicata ed è sufficiente per raffreddare l’entusiasmo.

Il libro parla di come il broker di una piccola banca (si fa per dire) canadese in trasferta a Wall Street si sia accorto che qualcosa non funzionava perché la disponibilità dei prodotti spariva dallo schermo nel momento nel quale schiacciava enter per piazzare un ordine. Dopo avere dato la colpa al suo computer ed al sistema della sua banca, si è accorto che erano in molti ad avere gli stessi problemi e ha deciso di cercare di capire da dove venissero. Ha trovato un programmatore russo pentito che gli ha spiegato la storia dei ritardi dei segnali e si è convinto che bisognasse intervenire per ristabilire la fiducia nel mercato finanziario imponendo elettronicamente che tutti gli investitori fossero allo stesso livello e nessuno avesse dei vantaggi di transito rispetto agli altri. I fisici le chiamano linee di ritardo e le usano sempre quando vogliano che i segnali, che viaggiano su fili di lunghezza diversa, arrivino nello stesso momento. È questa la base di un nuovo sistema di scambi finanziari messo in piedi dal broker che si è messo in proprio con il suo team di programmatori russi. Nel sistema IEX quello che è offerto è realmente disponibile senza nessuno che cerchi di sniffare quello che vorremmo comperare e ce lo rivenda a prezzo maggiorato.

Stimolati dall’uscita del libro, vari livelli della giustizia americana si stanno occupando di HFT, chissà se troveranno davvero qualcosa di illegale.

Se volete immergervi nel problema della gestione nei millisecondi finanziari, leggete la versione adattata e condensata del libro, apparsa sul Magazine del NYT.

Con il vostro permesso, io torno ai millisecondi celesti. Anche gli astronomi hanno i loro geni della programmazione, anche se spesso li perdono perché attratti dal più remunerativo mercato finanziario. Mentre io sono sempre contenta se i nostri ragazzi/e, che abbiamo preparato a gestire problemi molto difficili, trovano delle buone opportunità di lavoro, spero che qualcuno rimanga perché abbiamo davanti delle sfide irresistibili. In un futuro prossimo, potremmo riuscire a vedere le onde gravitazionali che fanno oscillare le stelle di neutroni.

Sarebbe un altro premio Nobel.

Roma, 30 aprile 2014PATRIZIA CARAVEO

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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