Immagina di vivere in un mondo dove le aziende riescono a ridurre i loro costi operativi grazie all’intelligenza artificiale. Non si tratta di una fantasia futuristica, ma di una realtà concreta che sta prendendo piede in molte organizzazioni. Secondo un recente sondaggio del Capgemini Research Institute, l’uso dell’AI non solo promette risparmi significativi, ma sta anche rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono le loro operazioni quotidiane. Ma, come accade sempre, non è tutto oro quel che luccica: ci sono sfide da affrontare e decisioni difficili da prendere quando si tratta di scegliere tra modelli proprietari e open-source.
I vantaggi dell’AI nel business
Il sondaggio, che ha coinvolto 1.607 dirigenti di aziende con ricavi globali superiori a 1 miliardo di dollari, ha svelato che l’AI e l’AI generativa (GenAI) hanno portato a una riduzione dei costi operativi che varia dal 21% al 40%.
Ma come è possibile? Ecco cinque aree in cui l’AI sta facendo la differenza:
- Costi operativi per il servizio clienti: Un abbattimento del 40%, grazie all’automazione delle richieste più semplici.
- Costi per le risorse umane: Riduzione del 26%, con l’AI che ottimizza la gestione delle persone.
- Costi finanziari e contabili: Un 24% in meno, grazie a processi automatizzati.
- Supply chain e approvvigionamento: Risparmio del 21% nella gestione della logistica.
- Gestione operativa: Maggiore efficienza nella pianificazione e nel monitoraggio delle attività.
Tuttavia, nonostante questi risultati impressionanti, risulta che gran parte dei risparmi derivi dall’automazione di compiti semplici e ripetitivi. Questo ci porta a una riflessione importante: siamo davvero pronti per una trasformazione radicale, o ci troviamo ancora nelle fasi iniziali di un percorso di efficienza?
Proprietario vs. Open Source: la battaglia delle intelligenze artificiali
Un altro aspetto fondamentale emerso dal sondaggio è la preferenza dei dirigenti per le soluzioni proprietarie rispetto a quelle open-source. Circa il 75% degli intervistati ha espresso una chiara preferenza per i modelli proprietari, con il 43% che ha scelto quelli sviluppati da grandi fornitori di servizi cloud. Ma perché questa inclinazione?
Le aziende che investono pesantemente in AI e GenAI tendono a cercare sistemi di AI affidabili e supportati, che offrano robustezza e integrazione senza compromessi. Tuttavia, l’open source sta guadagnando terreno, con modelli come DeepSeek che promettono una riduzione dei costi di calcolo fino a 11 volte senza compromettere le prestazioni. È un vero e proprio colpo di scena!
Nonostante i vantaggi evidenti, molte imprese mostrano ancora riserve riguardo all’adozione di modelli open-source, citando la necessità di competenze tecniche elevate e preoccupazioni per la sicurezza.
La scelta non è semplice: ci si deve chiedere se valga la pena rischiare per ottenere i vantaggi dell’open-source o se sia più sicuro rimanere nel campo dei modelli proprietari.
Il futuro dell’AI nelle aziende
Oliver Pfeil, CEO dei servizi aziendali di Capgemini, sottolinea che l’AI ha il potenziale per trasformare radicalmente le aziende, spostando l’attenzione da un modello focalizzato sui costi a uno guidato dai dati e dal valore. Tuttavia, per realizzare questa visione, le aziende devono affrontare sfide significative, come la creazione di una solida infrastruttura dati e la costruzione di fiducia nell’AI.
Il futuro dell’AI è luminoso, ma solo se le organizzazioni adottano un approccio pragmatico e strategico. Coloro che riusciranno a integrare l’AI nei loro processi in modo efficace saranno quelli che guideranno il cambiamento nel panorama aziendale.
In conclusione, la corsa verso l’adozione dell’intelligenza artificiale è iniziata, e le aziende non possono permettersi di restare indietro. Sarà interessante vedere come evolverà questo scenario e quali decisioni strategiche prenderanno i leader aziendali nei prossimi anni.
