Negli ultimi anni, l’interesse per i green jobs è cresciuto notevolmente, ma spesso si trascura il loro legame con l’economia circolare. Questo fenomeno è diventato sempre più rilevante per il nostro ambiente e per il mercato del lavoro a livello globale. Un recente rapporto di Circle Economy ha messo in luce questi aspetti, fornendo una metodologia utile per misurare l’occupazione in questo settore.
Tradizionalmente, si associa il concetto di green jobs alle energie rinnovabili e ad altre professioni legate alla sostenibilità, ma l’economia circolare comprende molte più sfaccettature. Il rapporto in questione, che evidenzia un esempio emblematico di un falegname che produce pallet da legno riciclato, invita a riflettere sulle competenze pratiche e sul valore che caratterizzano questo nuovo paradigma economico.
Dimensioni dell’occupazione nell’economia circolare
Le stime globali indicano che i lavoratori coinvolti nell’economia circolare variano tra i 121 e i 142 milioni, rappresentando tra il 5 e il 5,8% dell’occupazione mondiale, escluse le attività agricole. Sebbene le donne costituiscano solo il 26% della forza lavoro in questo ambito, è importante notare che questi numeri potrebbero essere solo un riflesso parziale della realtà.
Il ruolo della formalizzazione
Un aspetto cruciale emerso dal rapporto è l’importanza di passare da un’occupazione informale e poco remunerata a lavori più dignitosi e formali. Questa transizione è fondamentale per migliorare le condizioni di vita di milioni di persone che vivono in situazioni di povertà. La formalizzazione delle attività circolari è essenziale, poiché garantisce l’accesso a risorse, tecnologie e opportunità di formazione che possono incrementare la produttività e le condizioni lavorative.
Settori e distribuzione dell’occupazione
La maggior parte dei lavoratori nell’economia circolare si concentra in settori come la riparazione, il riciclaggio, il commercio di beni usati e la gestione dei rifiuti. Questi settori da soli impiegano circa 121 milioni di persone, il che rappresenta circa il 5% dell’occupazione globale. Inoltre, ci sono circa 21 milioni di lavoratori nei settori parzialmente circolari, come l’industria mineraria e l’edilizia.
Un’altra dimensione importante riguarda la distribuzione regionale. L’Asia e il Pacifico da soli rappresentano oltre la metà dell’occupazione circolare globale, seguiti dalle Americhe, dall’Europa e dall’Africa. Questo dimostra che, sebbene l’economia circolare abbia un impatto globale, le opportunità di lavoro non sono uniformemente distribuite.
Il valore delle competenze green
Con la crescente importanza delle competenze green, le professioni legate alla sostenibilità stanno evolvendo. Secondo l’OCSE, tra il 2015 e il 2019, circa il 20% degli occupati nei Paesi OCSE ha lavorato in ruoli orientati alla sostenibilità. Tuttavia, la maggior parte di queste posizioni non è nuova, ma richiede competenze aggiuntive per affrontare le nuove sfide ambientali.
Prospettive future
L’economia circolare ha il potenziale per creare posti di lavoro di alta qualità, ma ciò richiede un approccio innovativo e politiche adeguate. Steven Stone, vicedirettore della divisione Industria e Economia di UNEP, sottolinea che la transizione verso economie più circolari può portare a un lavoro migliore e più dignitoso. Ciò implica un aumento della produttività delle risorse e una maggiore qualità dei posti di lavoro, ma è necessario un impegno collettivo per raggiungere tali obiettivi.
L’economia circolare non è solo un’opportunità economica, ma anche una necessità sociale. Investire in green jobs e in competenze green è fondamentale per costruire un futuro sostenibile e inclusivo. La sfida consiste nel colmare il divario tra domanda e offerta di competenze, garantendo che tutti possano beneficiare di questa transizione fondamentale.

