Nel contesto di un’estate torrida, la più calda mai registrata, il cambiamento climatico sta rivelando i suoi effetti devastanti. Mentre il mondo affronta temperature estreme e lo scioglimento dei ghiacciai, una scoperta inquietante emerge dal passato: carcasse di animali, addormentate da decenni, possono risvegliare antichi patogeni. Questo è quanto accaduto nel 2016, quando un’epidemia di antrace ha colpito la Siberia, portando alla luce il corpo di una renna morta da oltre 75 anni e il pericoloso batterio intrappolato nel ghiaccio. La scienziata Antonella Fioravanti analizza questa realtà preoccupante, illustrando come il cambiamento climatico possa innescare una catastrofe microbiologica.
I ghiacciai: serbatoi di potenziali minacce
Ogni anno, i ghiacciai rilasciano un numero sorprendente di microrganismi: si stima siano sei sestilioni.
Virus, batteri e funghi dormienti sono pronti a risvegliarsi e a riprendere possesso del nostro mondo. I ghiacciai, simili a un vaso di Pandora, custodiscono segreti millenari. Gli scienziati hanno scoperto che molti di questi organismi, risalenti a milioni di anni fa, possono riattivarsi, proprio come un supereroe che si risveglia dal sonno. Tra questi microrganismi si trovano potenziali patogeni, alcuni dei quali potrebbero essere già resistenti agli antibiotici moderni.
La professoressa Fioravanti sottolinea che per comprendere il problema è essenziale considerare che i microrganismi sono stati i primi abitanti della Terra, sviluppando strategie di sopravvivenza e resistenza nel corso di miliardi di anni. Ciò li rende non solo antichi, ma anche incredibilmente adattabili e potenzialmente pericolosi. Il 70% degli antibiotici utilizzati proviene da batteri e muffe, evidenziando che i microbi non sono solo nemici, ma anche alleati e risorse preziose nella lotta contro le malattie.
Antibioticoresistenza: una crisi che si aggrava
L’antibioticoresistenza rappresenta un fenomeno in crescita nel sistema sanitario. Sebbene sembri un problema moderno, legato all’abuso di farmaci, in realtà affonda le sue radici nell’evoluzione dei microbi. Questi organismi hanno sviluppato meccanismi di resistenza nel corso di milioni di anni di interazioni chimiche, rendendo alcuni di essi più resistenti alle cure moderne.
La professoressa Fioravanti mette in guardia: la crisi climatica agisce come un moltiplicatore di queste minacce. Con l’innalzamento delle temperature, i microrganismi si adattano e prosperano in condizioni che prima non avrebbero tollerato. Inoltre, eventi estremi come inondazioni e tempeste possono contaminare le fonti d’acqua, diffondendo malattie e aumentando il rischio di focolai infettivi. In un attimo, ciò che era controllabile può diventare una minaccia globale.
Il futuro è nelle nostre mani
In un contesto così complesso, può sembrare facile sentirsi impotenti. Tuttavia, non è il momento di arrendersi. La professoressa Fioravanti invita a riflettere su come si possa agire, partendo dall’evitare l’uso sconsiderato di antimicrobici e sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza di un’adeguata ricerca scientifica. La crisi che si affronta richiede un impegno collettivo, in cui i cittadini devono chiedere che la scienza torni al centro delle priorità.
È importante notare che i microbi non sono solo portatori di malattie. Essi sono essenziali per il nostro ecosistema, abitano il nostro corpo, aiutano a digerire il cibo e contribuiscono alla produzione di sostanze vitali per la vita. Senza di loro, la Terra sarebbe un luogo desolato. È tempo di riconoscere il loro valore e di rimetterli al centro delle strategie di salute pubblica.