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L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, un punto di riferimento nella ricerca scientifica italiana, si trova ora di fronte a una situazione critica. Le recenti manovre finanziarie del governo Meloni hanno previsto significativi tagli ai contributi pubblici, con la possibilità di perdere fino a 200 ricercatori. Questa diminuzione di fondi, se confermata, avrà ripercussioni devastanti per il personale e per i progetti di ricerca in corso.
Il contesto dei finanziamenti
Secondo le disposizioni della legge di bilancio, i fondi annuali destinati all’IIT passeranno da circa 95 milioni a 85 milioni di euro, segnando una riduzione del 10%. Durante un’audizione in Senato, il direttore scientifico Giorgio Metta ha sottolineato che tale taglio comporterebbe una riduzione del 15% del personale scientifico, un impatto che potrebbe compromettere la capacità dell’istituto di attrarre e mantenere talenti di alto livello.
Un problema strutturale
Questa crisi non è un fenomeno nuovo, ma si inserisce in un contesto di sottofinanziamento della ricerca pubblica in Italia, che persiste da tempo, indipendentemente dalle variazioni governative. Le leggi di bilancio del governo Meloni hanno ridotto i fondi per diverse istituzioni scientifiche, tra cui Human Technopole e il Biotecnopolo di Siena. L’IIT, fondato nel 2003, aveva inizialmente ricevuto un finanziamento stabile di 100 milioni, che si è progressivamente ridotto, fino a raggiungere i 91 milioni negli anni recenti.
Le conseguenze sui progetti di ricerca
Metta ha avvertito che i tagli ai finanziamenti influiranno negativamente anche sui progetti di ricerca. La riduzione del personale non avverrà tramite licenziamenti diretti, ma attraverso un rallentamento delle assunzioni e dei rinnovi per i contratti a tempo determinato.
Di conseguenza, l’IIT sarà costretto a ridurre il numero di borse di dottorato e contratti postdoc rispetto al passato, limitando così l’ingresso di nuovi ricercatori.
Implicazioni per la competitività
Questa situazione avrà effetti diretti sull’innovazione e sulla competitività delle aziende italiane. Come evidenziato da Fabrizio Ferrari, presidente di Confindustria Genova, la ricerca e il trasferimento tecnologico svolti dall’IIT sono fondamentali per il progresso industriale e l’emergere di startup che attraggono investimenti privati. La diminuzione dei fondi metterebbe a rischio non solo il futuro dell’IIT, ma anche la crescita delle imprese italiane.
Reazioni politiche e opportunità di cambiamento
Nonostante la situazione critica, ci sono segnali di mobilitazione politica. Dopo l’audizione di Metta, diversi esponenti politici hanno espresso il loro supporto per un ripristino dei finanziamenti.
Beatrice Lorenzin, vicepresidente del Partito Democratico, ha denunciato i tagli come “miope e incomprensibile”, mentre altri senatori hanno promesso di presentare emendamenti per garantire le risorse necessarie all’IIT.
Il supporto delle istituzioni locali
Anche a livello regionale, l’attenzione verso l’IIT è cresciuta. Il consiglio regionale della Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che chiede al governo di ripristinare il finanziamento originario di 100 milioni di euro. La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha ribadito l’importanza della ricerca per il futuro del paese, sottolineando che “tagliare i fondi significa compromettere le prospettive future”.
In conclusione, il destino dell’Istituto Italiano di Tecnologia è ora nelle mani del Parlamento. La speranza è che i rappresentanti politici possano riconoscere l’importanza di investire nella ricerca e nello sviluppo, garantendo fondi adeguati per sostenere l’innovazione e il progresso in Italia.
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