Il 2026 rappresenterà un anno di cambiamenti significativi per l’esame di maturità in Italia. A partire da quest’anno, il tanto atteso esame finale delle scuole superiori tornerà a chiamarsi proprio “esame di maturità”. Inoltre, ci saranno modifiche rilevanti alle procedure, che potrebbero rivoluzionare l’approccio degli studenti a questa importante prova.
1. Il ritorno dell’esame di maturità
Il Consiglio dei ministri ha deciso di ripristinare la denominazione “esame di maturità”, abbandonando definitivamente l’ormai poco amata “esame di Stato”. Questo cambiamento non è solo una questione di parole, ma rappresenta un passo significativo in un percorso di riforme che continua a modificare le modalità di valutazione nelle scuole italiane. Dalla reintroduzione della seconda prova nel 2019, fino alle recenti modifiche post-pandemia, l’esame di maturità ha subito molte trasformazioni, puntando ora a una maggiore stabilità.
2. Novità nel colloquio orale
Una delle principali novità riguarda il colloquio orale, che abbandonerà il formato multidisciplinare per concentrarsi su quattro discipline specifiche ogni anno. Gli studenti non dovranno più preparare collegamenti tra tutte le materie del quinto anno. Le quattro materie saranno selezionate dal ministero, rispondendo così alle esigenze di un sistema educativo che valorizzi competenze specifiche piuttosto che un semplice esercizio di memoria. Inoltre, sarà introdotta la bocciatura automatica per chi si rifiuta di sostenere il colloquio orale, un provvedimento necessario per contrastare comportamenti di protesta, come il “silenzio” durante la prova, che hanno in passato messo in discussione l’integrità del sistema.
3. Struttura dell’esame e commissioni
Le prove scritte rimarranno invariate, ma ci saranno cambiamenti nelle date: il 18 giugno 2026 si aprirà con la prova di italiano, seguita il 19 dalla seconda prova.
Inoltre, le commissioni d’esame passeranno da sette a cinque componenti, una modifica che si preannuncia come una soluzione ai problemi di reperimento di commissari esterni, contribuendo anche a ridurre i costi per il ministero. Ogni commissione continuerà a gestire due classi abbinate, mantenendo così un rapporto equilibrato con gli studenti.
4. Riforma degli esami integrativi e dei percorsi di alternanza
Dal 2026 ci saranno anche esami integrativi per chi desidera cambiare indirizzo di studi, semplificando il processo e riducendo la burocrazia. I risultati dei test Invalsi non saranno più comunicati subito, ma appariranno nel curriculum dello studente solo alla fine della maturità. Questa modifica mira a ridurre l’ansia e la pressione sugli studenti, permettendo loro di osservare il proprio percorso di apprendimento in modo più completo.
In conclusione, il 2026 si preannuncia come un anno di grandi cambiamenti per l’esame di maturità. Sarà fondamentale osservare come queste novità influenzeranno gli studenti e il sistema educativo italiano nel suo complesso.