Riforma della PA: un processo partecipato miglior garanzia per la qualità delle decisioni

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Ripristino dell’attenzione massima su Open Data, software Open Source, sulle comunità intelligenti. Sono solo alcune delle oltre venti proposte che l’associazione Stati Generali dell’Innovazione ha presentato nel corso dell’audizione organizzata dal governo sul decreto legislativo di modifica del CAD (Codice dell’amministrazione digitale) approvato in esame preliminare il 20 gennaio.

Sulle proposte i rappresentanti del governo hanno affermato l’intenzione di procedere ad una riflessione più accurata ed è intenzione dell’associazione proseguire nel lavoro di supporto e pressione, anche in coordinamento con altre organizzazioni ed esperti, per far sì che il testo definitivo possa cogliere davvero l’occasione di trasformazione delle PA che oggi sembra realizzabile. Ma occorre, fino in fondo, coraggio di cambiare anche rischiando l’impopolarità nelle amministrazioni, nei poteri forti e, allo stesso tempo, volontà di aprirsi al confronto.

Credits Opensource.com

Flavia Marzano (presidente di Stati Generali dell’Innovazione): «Siamo stati favorevolmente sorpresi dell’audizione, pur organizzata in tempi strettissimi, quando ormai pensavamo che la scelta definitiva del governo fosse di procedere ignorando il dialogo con la società civile. Crediamo che l’atteggiamento di ascolto dimostrato dagli esponenti governativi e la ricchezza e la puntualità delle osservazioni presentate da tutte le organizzazioni invitate dimostri con chiarezza che

un processo partecipato è la miglior garanzia per la qualità delle decisioni.

L’incontro è stata una buona e utile occasione di confronto per la presentazione di proposte che potranno essere prese in considerazione per integrare e migliorare gli emendamenti del governo, anche aprendo una consultazione permanente» ha aggiunto Marzano.«Abbiamo anche evidenziato quei temi che la legge delega di riforma della PA metteva in primo piano e che invece non abbiamo trovato nel testo.

Ad esempio, qualcosa che andasse nella direzione dell’amministrazione aperta (e non solo digitale), oppure sul processo di misurazione e valutazione delle performance, che significa istituire un vero e proprio controllo di gestione per il governo dei processi delle PA e non solo definire gli obiettivi per i dirigenti» ha aggiunto Nello Iacono, vicepresidente dell’associazione.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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