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Quando serve un direttore tecnico dei rifiuti e perché?

Le normative ambientali sono state introdotte nel corso degli anni per riuscire a ridurre sempre di più l’impatto che le aziende hanno sull’ambiente.

Responsabile della gestione dei materiali di scarto: ruolo e obblighi di legge

Al fine di limitare il più possibile alcune delle maggiori cause di inquinamento come: smaltimento dei rifiuti; inquinamento acustico, inquinamento dell’aria.

Nel settore della gestione ambientale per riuscire ad adeguarsi correttamente alle normative sono così state introdotte delle figure che si assicurano che l’azienda possa operare nel migliore dei modi limitando l’impatto sull’ambiente.

Tra queste c’è il Direttore Tecnico Rifiuti, o, nella definizione ufficiale, Responsabile Tecnico della gestione dei rifiuti. La sua presenza, infatti, è richiesta dalla legge in specifici casi e non si limita a un incarico formale ma implica una supervisione diretta e continua su attività che hanno impatti concreti sull’ambiente e sulla sicurezza.

Il quadro normativo e le aziende interessate

Per capire quando la nomina è obbligatoria bisogna partire dal DM 120/2014, che disciplina l’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Le imprese che intendono iscriversi nelle categorie 1, 4, 5, 8, 9 e 10 – raccolta e trasporto di rifiuti urbani, trasporto di rifiuti speciali pericolosi e no, intermediazione, bonifiche di siti e bonifiche da amianto devono avere un Responsabile Tecnico.

Non basta però indicare un nominativo: la persona incaricata deve avere un’esperienza documentata, competenze specifiche e aver superato un esame di idoneità. In seguito, è prevista una verifica periodica delle conoscenze, per assicurarsi che il livello di preparazione sia sempre adeguato all’evoluzione normativa e tecnica del settore.

Un ruolo operativo, non solo amministrativo

Nella pratica, il Direttore Tecnico dei Rifiuti non si occupa soltanto di firme e documenti. La sua funzione comporta:

  • la verifica che i rifiuti siano classificati correttamente (codici CER inclusi);
  • il controllo delle modalità di raccolta, stoccaggio e trasporto;
  • la supervisione del conferimento agli impianti autorizzati;
  • la gestione di registri e formulari obbligatori;
  • il supporto durante eventuali controlli da parte degli enti preposti.

In altre parole, è la persona che vigila affinché ogni fase sia svolta nel rispetto delle norme e in condizioni di sicurezza, riducendo il rischio di errori che potrebbero tradursi in sanzioni o danni ambientali.

Altri professionisti nella tutela ambientale

Il Direttore Tecnico dei Rifiuti non è l’unico incarico di questo tipo. In ambito ambientale esistono altre figure che la legge richiede in circostanze precise.

Il Tecnico Competente in Acustica Ambientale

Previsto dalla Legge Quadro 447/95, è la figura autorizzata a effettuare misurazioni e valutazioni sull’inquinamento acustico. Può redigere studi di impatto, elaborare piani di risanamento, verificare i requisiti acustici passivi di edifici e valutare le immissioni sonore tra proprietà confinanti. Serve ogni volta che un’attività o un progetto rischia di generare rumori molesti o dannosi.

Il Direttore Tecnico Gas Tossici

Regolato dal R.D. 147/1927, affianca il titolare dell’autorizzazione all’uso di gas tossici nella preparazione della domanda di licenza. La sua responsabilità è valutare i rischi legati alla manipolazione e allo stoccaggio di sostanze pericolose, assicurando il rispetto delle norme di sicurezza. Pur operando in campi diversi, queste figure condividono un approccio metodico: analisi tecnica, gestione dei rischi e applicazione puntuale delle regole.

Quando la nomina è obbligatoria

La presenza del Direttore Tecnico è richiesta ogni volta che un’azienda gestisce, per conto proprio o di terzi, rifiuti urbani o speciali, pericolosi o non pericolosi. Non riguarda solo le grandi imprese del settore: anche una società edile che trasporta macerie, un’azienda che effettua bonifiche o un operatore logistico che movimenta rifiuti deve nominare un responsabile tecnico se rientra nelle categorie previste.

L’assenza di questa figura, o la mancata dimostrazione della sua reale operatività, può comportare la sospensione o la revoca dell’iscrizione all’Albo e, nei casi più gravi, sanzioni pesanti.

Perché è un ruolo strategico

Il valore del Direttore Tecnico si vede soprattutto nei momenti critici. Un’errata classificazione di un rifiuto, ad esempio, può comportare conferimenti non conformi e aprire la strada a procedimenti penali. Una registrazione incompleta può compromettere la tracciabilità e rendere l’azienda vulnerabile a contestazioni. Avere un professionista che conosce la materia e monitora ogni passaggio riduce questi rischi e permette di gestire l’intera filiera con maggiore efficienza, anche in termini economici.

Un profilo in evoluzione

Negli ultimi anni, la gestione dei rifiuti sta virando sempre più verso il recupero di materia e l’economia circolare. Le tecnologie per la tracciabilità digitale, l’analisi dei dati e la valorizzazione energetica stanno cambiando il modo di lavorare.

Il Direttore Tecnico, oggi, deve saper integrare competenze tradizionali con capacità di pianificazione, conoscenze ingegneristiche e strumenti innovativi. Non è più soltanto il garante della conformità normativa: diventa un interlocutore strategico per orientare le scelte aziendali verso modelli più sostenibili e competitivi.

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