La Cop30, ovvero la trentesima conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici, si svolgerà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre. Questo incontro internazionale rappresenta un momento cruciale per il futuro del pianeta. La conferenza riunisce rappresentanti di 197 paesi e ha l’obiettivo di valutare la situazione climatica globale e di delineare nuove strategie per affrontare la crisi ambientale.
Un contesto di emergenza climatica
Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un aumento significativo degli eventi climatici estremi. Recentemente, le ondate di calore hanno causato oltre 16.500 decessi in Europa, evidenziando l’urgenza di azioni concrete contro il cambiamento climatico. Nonostante questa drammatica situazione, l’Unione Europea è attualmente in fase di stallo riguardo agli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2035 e il 2040.
La divisione interna tra gli stati membri complica ulteriormente i negoziati durante la conferenza.
Il ruolo della Cina e delle nuove potenze
Una delle sorprese emerse dal recente Climate Summit 2025 a New York è stata la posizione della Cina, che si sta affermando come possibile leader nella lotta contro la crisi climatica. Questo cambiamento di paradigma potrebbe influenzare notevolmente il dibattito in corso alla Cop30, poiché il Paese rappresenta una porzione significativa delle emissioni globali. Un’eventuale adozione di un approccio più proattivo da parte della Cina potrebbe incentivare anche altre nazioni a seguire il suo esempio.
Organizzazione della Cop30 e sue sfide logistiche
La scelta di Belém, capitale dello stato di Pará e porta dell’Amazzonia, come sede della conferenza, solleva interrogativi riguardo alla logistica e all’accessibilità per i partecipanti.
La mancanza di infrastrutture adeguate e l’aumento esponenziale dei costi per alloggi potrebbero escludere attivisti, giornalisti e diplomatici dai negoziati, limitando così il dibattito pubblico sulle questioni climatiche.
Il cacao e le nuove piantagioni
In un contesto di crescente domanda di cacao, il Brasile sta puntando su mega piantagioni industriali. Questa strategia, sebbene economicamente vantaggiosa, solleva preoccupazioni riguardo al suo impatto ambientale e sociale. La sfida consiste nel trovare un equilibrio tra crescita economica e sostenibilità ambientale, soprattutto in un’area ecologicamente sensibile come l’Amazzonia.
Le aspettative per la Cop30
La Cop30 offre un’importante opportunità per rivedere gli impegni di riduzione delle emissioni. Inoltre, si discuterà della creazione di un fondo globale per la biodiversità, proposto per sostenere la conservazione delle foreste tropicali.
Tale fondo potrebbe essere finanziato dai Paesi più ricchi, responsabili storicamente del maggior contributo al riscaldamento globale. La realizzazione di un sistema di compensazione equo risulta fondamentale per garantire che i Paesi in via di sviluppo possano affrontare le sfide climatiche senza aggravare il loro debito.
Il confronto tra il Global North e il Global South
Una delle dinamiche più significative della conferenza riguarda il confronto tra le esigenze del Global North e quelle del Global South. I paesi sviluppati sono chiamati a condividere le responsabilità per le emissioni storiche, mentre le nazioni in via di sviluppo richiedono giustizia climatica e un accesso equo ai finanziamenti per la transizione ecologica. Il risultato di questo dialogo potrebbe influenzare in modo sostanziale le politiche future.
La Cop30 rappresenta un momento cruciale per la comunità internazionale, non limitandosi a un semplice dibattito. Con l’aumento delle temperature a livelli senza precedenti, le decisioni che saranno adottate a Belém potrebbero influenzare in modo significativo il futuro del pianeta. È essenziale che le dichiarazioni si traducano in azioni concrete. Ogni partecipante avrà la responsabilità di contribuire a un cambiamento reale e duraturo.


