Un habitat per la vita lunare
Immaginare di vivere sulla Luna per quattro settimane, circondati da un ambiente progettato per il benessere psicofisico, non è più solo un sogno. Grazie al lavoro di Valentina Sumini, architetta spaziale italiana, e alla collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, il MIT di Boston e il Politecnico di Milano, è nato il progetto Design as an Astronaut. Questo habitat innovativo è stato presentato alla Biennale Architettura di Venezia 2025, dove rimarrà in mostra fino a novembre. La Sumini sottolinea l’importanza della sostenibilità nello spazio, affermando che non è un’opzione, ma una necessità.
Un percorso di formazione e ispirazione
Valentina Sumini, cresciuta in una famiglia di scienziati e architetti, ha sempre avuto una passione per le stelle e l’architettura.
Dopo aver conseguito due lauree e un dottorato, ha iniziato a progettare habitat per Marte e ha sviluppato un corso unico al Politecnico di Milano, Architecture for Human Space Exploration. La sua carriera è stata segnata da un forte desiderio di affrontare le sfide dell’ingegneria spaziale, spingendo i limiti della progettazione per creare spazi abitabili e sostenibili.
Il design dell’Argonaut Habitat Unit
Il progetto dell’Argonaut Habitat Unit è nato dall’idea di trasformare il primo lander lunare europeo in un ambiente abitabile per gli astronauti. Utilizzando tecnologie avanzate come la realtà immersiva e l’intelligenza artificiale, il team ha creato un habitat che tiene conto delle esigenze degli astronauti. La Sumini ha lavorato a stretto contatto con gli astronauti, ricreando un ambiente virtuale che simula le condizioni lunari per ottimizzare il design.
L’habitat è progettato per garantire il comfort e il benessere degli astronauti, con spazi relax e un’illuminazione che simula il ritmo circadiano.
Materiali innovativi e sostenibilità
Per costruire l’Argonaut Habitat Unit, sono stati utilizzati materiali leggeri e ad alte prestazioni, come il Kevlar e il micelio, un organismo fungino che offre protezione dalle radiazioni cosmiche. Questa scelta non solo garantisce la sicurezza degli astronauti, ma contribuisce anche alla sostenibilità del progetto. La Sumini evidenzia come progettare per lo spazio possa risolvere problemi anche sulla Terra, rendendo il progetto un esempio di innovazione e responsabilità ambientale.
Un futuro condiviso nello spazio
Valentina Sumini non si ferma qui: il suo obiettivo è costruire un prototipo dell’Argonaut Habitat Unit e testarlo in ambienti analoghi sulla Terra.
Inoltre, sta lavorando a una conferenza internazionale con l’Esa per promuovere la ricerca nel campo dell’esplorazione spaziale. La sua visione è chiara: la vera esplorazione deve essere un progetto condiviso dall’umanità intera, per garantire un futuro sostenibile non solo sulla Terra, ma anche su altri pianeti.