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Pratiche manipolative nel fast fashion: il caso Shein sotto accusa

L'Organizzazione europea dei consumatori denuncia le strategie manipolative di Shein nel fast fashion.

Immagine che illustra le pratiche di Shein nel fast fashion
Scopri le controversie legate a Shein e le sue pratiche nel fast fashion.

Il confine tra marketing e manipolazione

Nel mondo del commercio elettronico, la linea che separa il marketing dalla manipolazione è sempre più sottile. Le piattaforme di e-commerce, in particolare, si sono evolute per influenzare le decisioni d’acquisto degli utenti attraverso design accattivanti e tecniche persuasive. Un esempio emblematico è rappresentato da Shein, il gigante cinese del fast fashion, recentemente al centro di un acceso dibattito per le sue pratiche commerciali.

Le accuse dell’Organizzazione europea dei consumatori

Il Beuc, l’Organizzazione europea dei consumatori, ha presentato un reclamo formale contro Shein, accusandola di utilizzare pratiche ingannevoli per spingere i consumatori a effettuare acquisti impulsivi. In un dossier di 29 pagine, l’Organizzazione ha evidenziato l’uso di dark pattern, tecniche progettate per manipolare il comportamento degli utenti a loro insaputa.

Queste pratiche includono timer falsi, messaggi di scorte limitate e un senso di urgenza che costringe gli utenti a prendere decisioni affrettate.

Il fenomeno dei dark pattern

I dark pattern sono strategie di design che influenzano le scelte degli utenti, spesso a scapito dei loro interessi. Secondo il Beuc, Shein sfrutta anche il confirm shaming, una tecnica che induce un senso di colpa negli utenti che decidono di non acquistare. Queste pratiche non solo distorcono la libertà di scelta, ma contribuiscono anche a un modello di consumo insostenibile e alienante, aggravando problemi sociali e ambientali.

Le conseguenze per i consumatori e l’ambiente

Le conseguenze di queste pratiche sono gravi. Da un lato, promuovono spese eccessive e causano perdite economiche per i consumatori.

Dall’altro, incentivano il sovraconsumo di abbigliamento, spesso contenente sostanze chimiche nocive. Il direttore generale del Beuc, Agustín Reyna, ha sottolineato che l’uso di dark pattern da parte di Shein è ben documentato e che queste tecniche spingono i consumatori a spendere sempre di più per prodotti dannosi.

Richieste di trasparenza e indagini

Il dossier del Beuc chiede all’Unione Europea di obbligare Shein a rendere pubblici i dati che dimostrano la veridicità delle sue pratiche commerciali. Inoltre, si richiede un’indagine approfondita sul settore del fast fashion, per garantire che i prodotti rispettino gli standard europei. Questo reclamo arriva in un momento critico, dopo che la Commissione Europea ha avviato un’indagine su Shein per presunte violazioni della normativa sulla tutela dei consumatori.

La risposta di Shein

In risposta alle accuse, Shein ha dichiarato di essere pronta a collaborare con le autorità e di voler discutere apertamente le preoccupazioni sollevate dal Beuc. Tuttavia, l’Organizzazione ha rifiutato le richieste di incontro da parte della compagnia negli ultimi anni. Questo scambio di accuse mette in luce la necessità di una maggiore regolamentazione nel settore del fast fashion, per proteggere i consumatori e l’ambiente.

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