Piano Crescita Digitale: la sfida del 2015 e degli anni successivi

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Adesso non illudiamoci.

Nel 2015 vedremo solo il primo assaggio di quella rivoluzione Agenda digitale che promette di cambiare l’Italia da cima a fondo. Bisognerà aspettare i prossimi anni per la nascita delle grandi trasformazioni: a partire dal 2016, ma soprattutto dal 2017 al 2020. Questa non è una stima da scettico. Ma è la semplice estrapolazione delle tempistiche che si leggono nello stesso piano Crescita Digitale presentato dal Governo. Che al limite potrebbe peccare di ottimismo sui tempi, non certo di pessimismo.

Sono poche le misure che hanno una tempistica a partire dal 2015 e comunque anche loro esprimeranno il proprio potenziale solo negli anni successivi

Le maggiori grandi trasformazioni, sulla Sanità digitale per esempio, cominciano dal 2016 (fascicolo sanitario elettronico, ricetta elettronica, prenotazioni e referti online).

Nessuna sorpresa: è banale realismo, da parte del Governo e in particolare dell’Agenzia per l’Italia digitale, che ha lavorato al piano. Il nostro Paese ha ritardi su tutti i fronti, per arretratezza della cultura digitale (di cittadini e aziende) e delle pubbliche amministrazioni locali, soprattutto. Sarebbe illusorio pensare di poter cambiare tutto nel giro di un anno o poco più.

Di positivo c’è che il piano dettaglia in modo strutturato e praticabile come trasformare l’Italia. Anche il Crescita 2.0 del Governo Monti era sistematico, ma peccava di ottimismo eccessivo (tanto che la maggioranza delle sue norme è rimasta inattuata). Poi è venuto il Governo Letta che con la task force di Caio ha pensato di portare avanti alcune norme abilitanti al resto (Identità digitale, Anagrafe Unica, Fatturazione elettronica).

Adesso ritorna una visione sistematica e strutturata, ma con in più il pregio della fattibilità: anche grazie al lavoro fatto nelle legislature precedenti; ma soprattutto grazie alla disponibilità di risorse economiche.

Alessandra Poggiani è Direttore Generale dell’AgID. Credits: Smartcityexhibition.it

Crescita digitale, com’è noto, riassume la strategia con cui l’Italia utilizzerà i fondi europei 2014-2020 (insieme ad altri, nazionali e regionali). Non è l’intera Agenda digitale, ma ne è l’ossatura. Grazie alla sua sistematicità, ci permette di capire come potrebbe essere la nostra vita digitale nel 2015.

Banda larga

L’anno prossimo la banda ultra larga sarà su circa il 50 per cento della popolazione e sarà a 30 Megabit, grazie agli investimenti degli anni precedenti. Il piano banda ultra larga 2014-2020 infatti darà i suoi frutti solo a partire da inizi 2016, visto che lo stesso Governo prevede di fare i bandi nel terzo trimestre 2015 (si legge nel piano).

Scordiamoci anche di avere i 100 Megabit su una buona quota di popolazione, nel prossimo anno. La diffusione di questa velocità, grazie a reti in fibra fino ai palazzi, è prevista infatti solo dal nuovo piano e richiederà (ingenti) investimenti di lungo periodo.

Su tutto questo capitolo, regna anche un’incognita: se ci sarà una qualche convergenza di interessi intorno a un progetto di rete nazionale. Sappiamo che Telecom Italia e Vodafone stanno combattendo per acquisire la maggioranza di Metroweb. Wind pure vorrebbe essere della partita. Potrebbe finire la fase di “tutti contro tutti” che finora ha caratterizzato il nostro mercato banda larga? Al momento sembra improbabile, ma certo è che la situazione è instabile e potrebbe rivelare sorprese. La tendenza è verso almeno un consolidamento dei soggetti in gioco.

Identità digitale

Il Governo ha annunciato che ad aprile 2015 avremo la possibilità di dotarci di una identità digitale (una password, con eventualmente un sistema di autenticazione a doppio fattore) e utilizzarla per accedere a servizi pubblici e privati con un’autenticazione unica. Forse è una tempistica ottimistica; del resto non è indicata in una norma ma è solo frutto di annunci; inoltre il decreto attuativo dell’identità digitale è stato pubblicato con quasi due mesi di ritardo (9 dicembre) rispetto alla data di firma (24 ottobre).

È probabile però che nel 2015– forse non ad aprile ma in primavera o al più in estate- potremo dotarci di un’identità digitale. E sarà un passo importante per sviluppare la domanda e l’offerta di servizi internet, rendendoli più semplici e più sicuri. L’identità digitale sarà probabilmente la maggiore novità dell’Agenda nel 2015, sul piano pratico ed effettivo; un po’ com’è stata la fatturazione elettronica nel 2014. Il dubbio è un altro: a quali servizi potremo accedere grazie all’identità digitale già nel prossimo anno? Il rischio è che siano ben pochi, perché per incrementarli devono andare in porto anche altre misure del Crescita digitale.

Termina oggi la consultazione online dei piani Crescita digitale e banda ultralarga. Credits: Agid.gov.it

Anagrafe Unica, nuove infrastrutture della PA

A proposito: che n’è stato di quest’altra priorità di Caio, l’Anagrafe Unica? I lavori sembrano andare meno bene del previsto: l’iter normativo non è ancora concluso e lo sarebbe dovuto essere a novembre, si legge nel Crescita Digitale. Qui è riportata la data di marzo 2016 per l’attivazione dell’Anagrafe Unica in tutti i Comuni. Alcuni cittadini, di certi Comuni più all’avanguardia, potrebbero quindi avere questa novità già dal prossimo anno. In realtà anche l’Anagrafe è un tassello di un quadro che più grande, che è ancora lungi dal completarsi. Senza il nuovo sistema pubblico di connettività è utopia pensare a un’Anagrafe Unica (come ad altre rivoluzioni digitali previste dal Crescita per la PA). Il bando di gara per il sistema è in corso, tra molte lungaggini; vale 2,4 miliardi ed è già al centro di polemiche (che potrebbero ritardarne ancora l’esecutività).

Non solo: l’Agenzia è consapevole che per dare buoni servizi digitali la PA deve anche razionalizzare le proprie infrastrutture e datacenter; ma ci vorrà tempo e fatica: la tempistica indicata nel Crescita, in questo caso, è l’ampia forchetta 2015-2020. Lunga e complicata (2015-2020) è anche la partita della Scuola digitale, per il quale si sa solo che il Governo si concentrerà su formazione dei docenti e copertura banda larga nelle Scuole. I dettagli, delle misure e delle risorse economiche disponibili, attendono di essere svelati.

La sensazione generale è quella di un buon piano, concreto e fattibile, ma che dovrà scontare ancora almeno un anno di inerzia

Il 2015 sarà quindi un altro anno di lavori dietro le quinte. Soprattutto perché sono molti i tasselli che devono andare al posto giusto perché gli effetti pratici del digitale si manifestino alla popolazione. Con servizi pubblici e privati più ricchi e funzionali; banda ultra larga 100 Megabit; una Scuola e una Sanità più moderne ed efficiente, tra le altre cose.

ALESSANDRO LONGO

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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