Perché Verybello è un progetto di improvvisazione digitale

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Ministro non se la prenda per la facile ironia del “popolo della rete”. Quelli non lo sanno che noi usiamo le reference quando vi presentiamo i nostri progetti digitali. E quindi qualche mio collega deve aver usato il gioco in scatola per creare una “metafora narrativa cross-mediale” per illustrarle questo nuovo scivolone istituzionale su una materia che è diventata rovente per lo sviluppo economico del Paese.

La prima home page pubblicata di Verybello

A proposito di Sviluppo Economico, Ministro, lei l’ha visto vero il video del suo collega nella stanza accanto con cui si promuove l’Italia all’estero? Anche qui i giornali hanno usato titolare con “l’ironia della rete” i tweet dei soliti troll malmostosi un lavoro che invece ai più  -  me compreso  –  è parso ben scritto, ben congegnato e con un’idea di comunicazione dietro.

Ma temo che non le abbiano girato il link, perché sui quotidiani di questa mattina ho letto che VeryBello avrebbe anche uno spot tutto suo, doppiato dal nostro Toni Servillo, il mattatore de La Grande Bellezza e quindi perfettamente in linea con la strategia che le hanno presentato i colleghi di cui sopra, affascinati dallo storytelling della bellezza, perché tanto lo so che hanno usato la parola storytelling quando le hanno presentato il portale.

Però, mi creda, non se la prenda con quelli del web. Perché davvero non è questo il punto. E non ci credo che sperava davvero nella “grande pubblicità” derivante dalle critiche. Perché altrimenti, davvero, ministro, lei non ha capito granché di come sta girando il fumo fuori dai vostri palazzi.

Lì fuori c’è una moltitudine di persone che crede ancora che questo Paese abbia qualcosa da raccontare al mondo. È convinta di abitare una terra incantevole e ricca di cultura, patrimoni e bellezza, appunto. Molti di questi sono sul web, è vero, e sono dei burloni. Altri, e sono quelli che m’interessano, e dovrebbero interessare anche a lei Ministro, sono quelli che ogni giorno lavorano in un’industria che afferisce al suo dicastero.

Non tutti se ne stanno dentro i cinque stelle delle catene multinazionali, tantissimi improvvisano pagine web sforzandosi di tradurre in almeno tre lingue le cose che hanno da dire per presentare pensioni, agriturismi, conserve in scatola e piccoli ristoranti nei centri storici. Qualcuno gli ha detto che Internet è fondamentale per attrarre visitatori, fanno corsi di formazione, leggono libri impossibili per loro e fanno di tutto per presentarsi nel migliore dei modi, nonostante il vento contrario che da qualche anno a questa parte gli state soffiando addosso con le vostre improvvisazioni digitali.

Perché di questo parliamo. State improvvisando. Avete fretta di mettere online un sito per il visitatore straniero e non vi preoccupate di avere almeno la seconda lingua pronta

Costruite un aggregatore che viola le più banali regole dell’usabilità internet e non vi rendete conto che lo stesso contenuto dentro un’applicazione mobile avrebbe avuto una maggiore rilevanza e un’indiscussa utilità per i nostri ospiti. Si affacci sulle critiche in rete più intelligenti, anziché dileggiarle con il suo tweet, scoprirà alcuni professionisti di grande valore. Forse non sono quelli che l’hanno accompagnata dentro il suo progetto di turismo digitale, ma conosco molto bene proprio alcuni di questi e so quanto stiano soffrendo anche loro per lo scempio digitale che avete appena pubblicato. Spero glielo dicano. Spero glielo dicano presto, perché VeryBello, Ministro, davvero non serve a nessuno.

Non sono i soldi. Lo spreco del denaro pubblico fa parte della nostra matrice culturale e quindi è giusto che un Ministero dedicato alla Cultura non tradisca questa vocazione nazionale. Solo, mi sembra che la sua reazione alle critiche sia figlia di un modo di fare politica che non è più attuale. Di un modo di fare marketing che non è più attuale. Di un modo di fare comunicazione che non è più attuale. E di un pericoloso menefreghismo che è un insulto per i tantissimi addetti ai lavori nel mondo del turismo e della cultura che ancora ci credono.

Non è il nome del suo portale il problema. Davvero, mi dia retta. So quanto è difficile trovare un dominio libero di questi tempi. E questo neanche i signori della Giochi Preziosi se l’erano comprato per proteggere il loro giochino in scatola. Perché tanto, chi vuoi che se lo compri? Ecco.

Facciamo il Gioco della Bellezza, Ministro. Chiedete scusa e tirate giù quell’orribile aggregatore di eventi

Ripensate l’intera iniziativa e il 7 febbraio spiegate a quelli dell’Expo che ci state lavorando. Quelli non hanno ancora un padiglione che sia uno pronto, cosa volete che si preoccupino se voi state riscrivendo qualche stringa di codice? Dai, la prego. Non è colpa sua, io lo so che questa internet non è tra le vostre priorità. Però, ecco, ci risparmi il tweet sarcastico e prenda sul serio chi scherza. Perché alcuni di loro, quella porcheria, non l’avrebbero neanche concepita. Cordialmente,

PAOLO @IABICUS IABICHINO

Questo post è stato pubblicato da Paolo Iabichino su Medium

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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