Non crederai mai a quello che è successo! Un recente report del Pentagono ha sollevato dubbi sulle affermazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo alla distruzione del programma nucleare iraniano. Secondo l’analisi della Defense Intelligence Agency (DIA), gli attacchi americani del 21 giugno hanno sicuramente ritardato le capacità atomiche di Teheran, ma non le hanno eliminate del tutto. Infatti, l’Iran potrebbe riprendere le sue operazioni nucleari in tempi sorprendentemente brevi, tra uno e due mesi. Questo scenario contrasta con le dichiarazioni trionfalistiche di Trump, che aveva affermato che l’operazione “Martello di Mezzanotte” avesse portato a un “annientamento totale” dei siti nucleari iraniani.
La realtà dietro le affermazioni di annientamento
Le informazioni fornite dalla DIA raccontano una storia diversa.
Gli attacchi aerei, condotti principalmente con aerei B-2 e 75 ordigni guidati, hanno avuto un impatto più limitato del previsto. I bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture superficiali e di accesso, ma le centrifughe e l’uranio arricchito sono rimasti in gran parte intatti. Questo significa che, nonostante i danni, l’Iran ha ancora la capacità di riprendere le sue operazioni nucleari senza troppe difficoltà. Ci chiediamo: quanto davvero sappiamo su ciò che sta accadendo dietro le quinte?
David Albright, presidente dell’Institute for Science and International Security, ha stimato che l’Iran possa aver perso circa 20.000 centrifughe nei bombardamenti. Tuttavia, la buona notizia per Teheran è che conserva ancora moltissime centrifughe non installate e ha mantenuto le competenze tecniche per ripristinare rapidamente le infrastrutture danneggiate.
Jeffrey Lewis, del Middlebury Institute of International Studies, ha confermato che le scorte di uranio altamente arricchito non sembrano essere state completamente eliminate, il che significa che l’Iran è ancora in una posizione forte.
Implicazioni strategiche e speculazioni sul futuro
Le immagini satellitari hanno rivelato crateri profondi attorno a Fordow, suggerendo che l’operazione abbia colpito in modo mirato il sistema di ventilazione dell’impianto di arricchimento. Senza un adeguato sistema di ventilazione, le centrifughe non possono funzionare a causa del surriscaldamento e dell’accumulo di gas tossici. Ma ecco il colpo di scena: una volta ripristinati questi sistemi, le centrifughe potrebbero tornare operative in tempi brevi. Questo porta a considerare che, sebbene gli attacchi abbiano inflitto danni significativi, l’Iran è ben equipaggiato per riprendersi.
Ti sei mai chiesto quanto possa essere resiliente un paese in una situazione così critica?
Inoltre, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica aveva stimato che l’Iran possedesse oltre 400 chilogrammi di uranio arricchito al 60% prima degli attacchi, sufficiente per produrre potenzialmente dieci ordigni nucleari. Ci sono anche speculazioni che parte del materiale fissile possa essere stato evacuato prima dei bombardamenti, ma queste rimangono valutazioni non confermate. Gli esperti avvertono che, sebbene l’operazione abbia causato danni, l’Iran è ancora in grado di ricostruire rapidamente le sue capacità nucleari.
Reazioni e controversie in seno all’intelligence americana
Le rivelazioni del report hanno spinto l’amministrazione Trump a rinviare un briefing previsto per il Congresso, evidenziando il clima di incertezza e disaccordo all’interno della comunità dell’intelligence americana. La portavoce della Casa Bianca ha definito la valutazione “completamente errata”, accennando a presunti tentativi di minare la credibilità del presidente. Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha sostenuto che gli attacchi hanno “raso al suolo” la capacità dell’Iran di sviluppare armi nucleari.
Ma la realtà sembra essere ben diversa. Diverse agenzie di intelligence stanno conducendo analisi parallele e potrebbero arrivare a conclusioni completamente diverse, alimentando ulteriormente le polemiche. Cosa accadrà ora? La tensione geopolitica continua a crescere, e l’attenzione internazionale è tutta rivolta verso le mosse future di Teheran e le reazioni di Washington. Non perdere di vista i prossimi sviluppi, perché questo scenario è tutt’altro che concluso!