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Penske Media contro Google: la guerra dell’informazione

Non crederai mai a cosa sta succedendo tra Google e gli editori! La causa di Penske Media potrebbe avere ripercussioni enormi sul futuro dell'informazione.

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Recentemente, Penske Media Corporation, un’importante realtà editoriale che possiede testate rinomate come Rolling Stone e Billboard, ha intrapreso un’azione legale contro Google. Questo sviluppo segna un momento cruciale nel panorama dell’informazione. La causa solleva interrogativi fondamentali sulla gestione dei contenuti giornalistici e sui diritti degli editori.

1. La causa che scuote il mondo dell’informazione

Il 13 settembre, Penske Media ha presentato una causa federale contro Google e Alphabet. L’accusa riguarda l’uso non autorizzato del giornalismo delle sue testate per alimentare gli AI Overview, riassunti generati dall’intelligenza artificiale che compaiono nei risultati di ricerca di Google. Secondo l’azienda, questo sfruttamento rappresenta una violazione della sua proprietà intellettuale e mina il suo modello di business.

La denuncia, articolata in 101 pagine, non è solo un documento legale, ma anche un grido d’allerta per l’intera industria dell’informazione.

Penske sostiene che Google stia approfittando della sua posizione dominante nel mercato delle ricerche, dove detiene una quota di quasi il 90%. Circa il 20% delle ricerche che rimandano ai siti del gruppo ora presentano questi AI Overview in cima alla pagina, e la situazione sembra destinata a peggiorare.

2. Le richieste di Penske: una lotta per la sopravvivenza

La denuncia evidenzia tre modalità principali con cui Google utilizza i contenuti degli editori. In primo luogo, Google estrae brevi estratti dai loro articoli per i risultati di ricerca. In secondo luogo, tali contenuti sono impiegati per addestrare l’IA del colosso tecnologico.

Infine, servono per generare riassunti automatici che occupano la parte superiore della pagina dei risultati. Gli editori si trovano quindi di fronte a un dilemma: accettare che Google utilizzi i loro contenuti per mantenere visibilità o rischiare l’esclusione totale dai risultati di ricerca.

La situazione è ulteriormente complicata. Penske sostiene che questo comportamento possa violare lo Sherman Act, una storica legge antitrust degli Stati Uniti. Se la corte dovesse dare ragione a Penske, le conseguenze sul giornalismo e sullo sviluppo dell’IA potrebbero essere significative.

3. L’eco della causa oltre oceano

In Europa, la situazione è simile, ma le autorità di regolamentazione prestano maggiore attenzione. L’Independent Publishers Alliance ha presentato un reclamo antitrust presso la Commissione Europea, sostenuto da una coalizione di editori e inserzionisti digitali.

Questi gruppi richiedono misure urgenti per proteggere la concorrenza nel mercato delle notizie e garantire che gli editori possano evitare l’uso non compensato dei loro contenuti.

La Competition and Markets Authority britannica ha confermato di aver ricevuto un reclamo simile, segnalando che la questione sta assumendo dimensioni internazionali. Google ha difeso i suoi AI Overview, affermando che rendono la ricerca più utile e generano traffico per un numero maggiore di siti.

Tuttavia, gli editori controbattono che Google non ha fornito prove credibili riguardo ai benefici che i suoi sistemi porterebbero in termini di traffico. In un contesto in cui la Commissione Europea ha già inflitto multe miliardarie a Google per abuso di posizione dominante, la situazione potrebbe diventare esplosiva.

In conclusione, la battaglia legale tra Penske Media e Google rappresenta solo l’inizio di una lotta più ampia per il futuro del giornalismo. L’industria dell’informazione si trova di fronte alla sfida di proteggere la propria integrità e garantire un accesso equo alle notizie. La questione rimane aperta, con implicazioni significative per il settore.

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Scritto da Staff

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