Olimpiadi 14. Salto nel futuro, Corea 2018 (tra 5G e ologrammi)

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Oggi ho fatto un piccolo giro nel futuro. E la cosa pazzesca era che non mi trovavo su una astronave da film di fantascienza: ero in spiaggia, a Rio. Non le solite Copacabana e Ipanema, la più discreta Leme che pure in questi giorni è una meta ben frequentata perché è qui che l’Nbc ha allestito lo studio del suo Today Show che, come da cartello appeso sulla recinzione, è una chance per “ver de perto celebridades, atletas”, vedere di persona dei vip. Certo, se il vipwatching resiste, non ci aspetta un gran futuro. E anche lo studio tv, che pure è abbastanza futuristico, non è stato l’indirizzo della mia passeggiata: fosse solo una faccenda di cavi, nelle favelas girerebbero una striscia quotidiana di Star Wars.

IL POSTO BIANCO

Invece, il futuro è un Posto Bianco. Colore rassicurante, ma pure obbligato perché il posto bianco è lo stand di PyeongChang, il centro coreano, Repubblica di Corea, quella del Sud per intenderci, che ospiterà dal 9 febbraio 2018 la prossima edizione dei Giochi Invernali. New horizons è lo slogan di presentazione, in fin dei conti lo stesso di Rio, Um mundo novo, solo che in inglese in effetti fa un’altra figura. Ma non immaginatevi solo una esposizione high tech da nerd incalliti: la Corea è un Paese garbato e determinato. Partiamo dal lato garbato: nel Posto Bianco c’è pure il tocco di poesia rappresentato dalla dream box dove si può lasciare testimonianza dei propri sogni. E come inattesa esibizione dell’orgoglio nazionale, che penseremmo essere la tecnologia, qui a Rio ne siamo addirittura avvolti, sono presentati i siti Unesco censiti nel Paese: 10 culturali e 1 naturale.

Pure i depliant distribuiti nel Posto Bianco sono stati realizzati con robuste dosi di understatement, e chi va per Olimpiadi sa che i depliant sono merce preziosa: servono per conoscere in anticipo i programmi ed eventualmente per inchiodare alle proprie responsabilità chi non li ha realizzati come promesso tra qualche anno. Per dire, a Losanna, sede Cio, ci sono i dossier anche di tutte le candidature che hanno perso, non solo delle città che poi hanno effettivamente ospitato i Giochi.

Hanno usato l’autoironia nel ricordare che uno dei prodotti originali è la Korean Wave portata a notorietà mondiale grazie a YouTube da Psy

I depliant, anzi i press kit come bisogna chiamarli per averne uno sono poi preziosi perché rendono l’idea di come un Paese si percepisce, e pure di come vorrebbe essere percepito e di come sa di essere riconosciuto.

Bene, i coreani, garbati, hanno usato l’autoironia nel ricordare che uno dei prodotti originali è la Korean Wave portata a notorietà mondiale grazie a YouTube da Psy, e non dite che avete dimenticato Gangnam Style perché se è stato riconosciuto pure dal Guinness dei Primati come il video con più mi piace nella storia qualcuno lo deve aver visto e anche votato. E ancora, sempre con grande eleganza, a chi pensasse che la Corea è un grande parco divertimento della Samsung viene presentato un podio di eccellenze comprendente anche Lg e Hyundai. Infine sono annunciati i Mondiali dell’anno prossimo di Teakwondo, lo sport nazionale di un Paese che riavrà i Giochi ad appena ventotto anni di distanza dalle Olimpiadi estive di Seul (nessuno scandalo: l’Italia, con Roma 2024, riavrebbe i Giochi dopo appena 18 anni da Torino 2006).

IL 96% DELLE CASE IN RETE

Il fatto è quando sei a spasso nel Posto Bianco ti ricordi, anche quando non è evocata, della determinazione della Corea, che è diventata una dei big mondiali velocemente: era tra i dilettanti, e ce la siamo trovata in finale di Champions League. Merito di una decisione del governo che ritenendo internet una nuova frontiera, e interpretando le nuove frontiere come un diritto che meritano tutti, ha varato un piano che ha portato allo strepitoso risultato del 96 per cento delle abitazioni collegate con la rete, oltre tutto a velocità supersoniche. E quando la rete corre così veloce ci puoi fare mille cose. In Corea se ne sono accorti anche in modo doloroso: è nata da loro una malattia che è stata diagnosticata come demenza digitale, e colpisce in particolar modo i giovani che fanno un uso smodato di Internet. Però, lo confesso, queste cose le sai già quando entri nel Posto Bianco, magari hai cercato le conferme in rete, ma non sei ancora stupito. Il teatrino Samsung in 4D non è più una sorpresa, la Virtual Reality neanche.

Provate a pensare a quanto abbiamo festeggiato le reti in 4G. Bene, in Corea sono pronti con le reti 5G

Sono quegli ultimi due totem che ti fanno pensare di aver davvero fatto una camminata nel futuro. Uno presenta il Time slice content, una tecnologia che ti permette di scegliere le inquadrature dell’evento che stai guardando. Voglio dire: anche l’azione più veloce la puoi vedere da non so quante angolature, anche facendo uno zapping forsennato: non sul telecomando, direttamente sul televisore! Poi c’è un totem più grande. Pronto per la trasmissione di ologrammi. Ci doveva essere una presentazione il 10 agosto, ma quel giorno a Rio è piovuto così tanto che hanno dovuto rinviare tutto, e un po’ è un sollievo, un po’ è una preoccupazione sapere che nemmeno nel Posto Bianco sanno come comportarsi con gli imprevisti meterologici. Di cosa si tratta? La risposta è una sigla, un messaggio fortissimo. Provate a pensare a quanto abbiamo festeggiato le reti in 4G. Bene, in Corea sono pronti con le reti 5G. Quando si comincia?, ho chiesto. Nel 2018 per i Giochi Invernali, mi è stato risposto. Perché non prima?, ho chiesto. E la risposta è stata fantastica: perché al momento non avremmo nessun altro con cui dialogare con una tecnologia che abbiamo solo noi.

IL VIAGGIO NEL FUTURO

Lo avevamo visto già con Usain Bolt: se vuoi essere il primo, ti servono un secondo e un terzo, e persino un ultimo. Per viaggiare nel futuro non dovete prenotare un biglietto da Richard Branson. Per capire come è il domani che ci aspetta dovete venire a Rio, fare una passeggiata fino a Leme e infine accettare, con la stessa positività orientale dei coreani, garbati e determinati, che il futuro è un Posto Bianco dove il più bravo deve comunque aspettare gli altri. Perché il numero 1 ha bisogno degli altri, quanto tutti hanno bisogno di lui. Non esiste un re senza un regno. Non credo ci fosse messaggio più bello da infilare nella Dream Box ma anche da condividere. E’scritto chiarissimo anche in un altro depliant: i Giochi del 2018 saranno all’insegna delle connessioni perché tutte le nuove tecnologie made in Corea uniranno culture moderne e tradizionali per un messaggio che va oltre qualunque generazione.

LUCA CORSOLINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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