#Occupy3.0 ; Il sostegno di Jon Husband, l’inventore della Wirearchy

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Occupy 3.0 torna con la voce di Jon Husband, un ospite del tutto particolare, anzi un partner del progetto attivo e presente sin dai primi passi del Near Future Education Lab.

Eccolo nel messaggio che ci ha lasciato, in cui ci spiega perchè il progetto è importante, quali evoluzioni immagina. Un messaggio articolato che ci parla del presente e del futuro dell’educazione e del perchè questo sia centrale nel nostro contemporaneo interconnesso.

Ma capiamo chi è Jon e perché ha avuto una influenza così determinante nello sviluppo della struttura del progetto che ormai conoscete grazie al bell’articolo di Rudy Faletra.

Blogger, strategist, scrittore e futurologo, studia con passione l’evoluzione del lavoro, i modelli collaborativi, le strutture organizzative e processi di ogni genere, attento ai cambiamenti (a livello sociale e antropologico) da quando gli esseri umani, con l’avvento del digitale, sono una rete interconnessa e interdipendente.

Scrive, racconta e analizza questo enorme cambiamento, mentre nella sua vita professionale ha ricoperto ruoli di alto livello come consulente, facilitatore e coach nei settori di leadership e sviluppo organizzativo per aziende prestigiose di livello globale come la HR.

Ma soprattutto, Jon Husband è la persona che ha coniato il termine “Wirearchy” riferendosi al fatto che, come individui e società, lentamente ci stiamo muovendo dalle dinamiche della gerarchia tradizionale verso un flusso – bidirezionale e interconnesso – di potere, autorità e trust (fiducia).

Ed è proprio la Wirearchy il modello a cui si ispira la struttura organizzativa della Knowpen Foundation e della scuola del futuro che hanno progettato gli studenti.

Che hanno avuto l’eccezionale privilegio di averlo come tutor nel corso di tutto il progetto.

Jon ha subito salutato con interesse l’iniziativa iniziando a dialogare con noi sui social network e ad inviare stimoli e input, fino al punto di dare la sua disponibilità ad aggiungersi al gruppo facebook interno al corso che si occupa dei modelli organizzativi. Da lì ha seguito i ragazzi rispondendo alle loro domande ed è stato fra i più attivi animatori dell’evento “Education is a Commons” promosso insieme a Living Bridges e alla P2P Foundation. Un punto d’onore a suo favore: l’evento si è svolto attraverso un hanghout su tante e diverse timezone e, trovandosi lui a Montreal in quel momento, si è alzato alle 4 di mattina per essere presente! Vi assicuro che eravamo tutti allibiti.

Questa foto, scattata in classe e inviata a Jon dai ragazzi come ringraziamento, racconta tutto:

(Nella Foto Simone Montagnini e Nasmia Mallha, gruppo di studio Modelli Organizzativi – Near Future Education Lab)

Questo squarcio di vita del Lab ci fa capire due cose.

Da un lato l’interesse e la generosità intellettuale e umana di uno studioso e consulente di alto livello che decide di mettersi in gioco e accompagnare seriamente un percorso innovativo e coraggioso intrapreso da giovani studenti. Dall’altro quanto realmente il Near Future Education Lab sia un progetto capace di creare il desiderio (e la necessità) di investire tempo e risorse, non solo in Italia ma nel mondo.

Per il progetto non possiamo augurarci meglio e di più di quello che ha detto Jon: un processo di ricerca solido e gioioso che ci porterà ad esplorare nuovi territori per il futuro della scuola e dell’educazione e nuovi modi di relazionarci e organizzarci come piano piano stiamo imparando a fare.

Prossimo appuntamento con Occupy 3.0 con Marta Cecconi e l’esperienza di una scuola ubiqua.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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