Il 11 dicembre ha segnato una data importante nella governance dell’intelligenza artificiale (IA) negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo con l’obiettivo principale di creare un quadro normativo federale per l’IA. Questo provvedimento stabilisce norme a livello nazionale e cerca di limitare la possibilità degli stati di legiferare autonomamente sulla tecnologia.
Il nuovo ordine esecutivo prevede la formazione di una task force legale all’interno del Dipartimento di Giustizia, la quale avrà il compito di contestare le normative statali che l’amministrazione considera in contrasto con la propria linea politica. Inoltre, il Dipartimento del Commercio sarà responsabile della definizione di linee guida che potrebbero portare all’esclusione degli stati da futuri finanziamenti per le infrastrutture della banda larga, nel caso in cui approvino leggi sull’IA ritenute eccessive.
Motivazioni dietro l’ordine esecutivo
L’iniziativa di Trump è sostenuta da una serie di investitori e associazioni di categoria del settore tecnologico. Questi avvertono che un approccio frammentato alla regolamentazione potrebbe ostacolare il sviluppo dell’IA e diminuire la competitività degli Stati Uniti a livello globale, specialmente rispetto a nazioni come la Cina. Tra i sostenitori di questa visione si distingue David Sacks, consigliere della Casa Bianca per l’IA e le criptovalute, il quale ha sottolineato l’importanza di avere un’unica normativa di approvazione per facilitare il processo legislativo.
Le preoccupazioni degli stati
Molti stati americani hanno agito in autonomia nel tentativo di regolamentare l’uso dell’IA. L’ordine esecutivo di Trump si rivolge specificamente a normative come la Sb24-205 del Colorado, che cerca di combattere la discriminazione algoritmica.
L’amministrazione ha etichettato tali regolamenti come tentativi di introdurre pregiudizi ideologici nella tecnologia.
Reazioni e impatti futuri
Alcuni stati, come la California e New York, hanno già avviato leggi locali per garantire la sicurezza e la trasparenza nell’uso dell’IA. Ad esempio, il governatore della California, Gavin Newsom, ha firmato una legge che obbliga le grandi aziende tecnologiche a pubblicare i loro framework di sicurezza per i modelli di IA. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni tra i procuratori generali statali, i quali temono che l’ordine esecutivo possa minacciare la loro capacità di controllare l’adozione di tecnologie potenzialmente rischiose.
La procuratrice generale di New York, Letitia James, ha espresso il proprio dissenso, affermando che non è il momento di lasciare che l’IA avanzi senza controlli adeguati.
Secondo lei, molte delle leggi più significative sono emerse dalla collaborazione tra legislatori statali e federali, piuttosto che da un conflitto diretto.
Un’analisi critica dell’ordine esecutivo
Nonostante l’intenzione di stabilire un quadro normativo chiaro, l’ordine esecutivo non ha il potere di impedire agli stati di continuare a promulgare leggi proprie. Diverse organizzazioni, tra cui l’American Civil Liberties Union, hanno denunciato l’ordine come incostituzionale, suggerendo che potrebbe essere oggetto di contestazioni legali.
L’ordine esecutivo firmato da Trump rappresenta un tentativo significativo di centralizzare la regolamentazione dell’IA, ma potrebbe anche innescare un conflitto costituzionale piuttosto che semplificare il panorama normativo. Mentre alcuni vedono un’opportunità per una maggiore uniformità, altri avvertono che questo potrebbe tradursi in una diminuzione delle tutele per i consumatori e per le comunità locali.


