Il Nobel per la Pace 2025 è atteso con grande interesse, con l’annuncio fissato per il 10 ottobre alle ore 11:00 presso l’Istituto Nobel di Oslo. Questo evento segna un momento significativo nel panorama internazionale e si inserisce in un contesto di crescente instabilità e conflitti armati.
Il Comitato Nobel, composto da cinque membri, ha già concluso le sue deliberazioni il 6 ottobre. Pertanto, è improbabile che gli sviluppi recenti nel conflitto a Gaza influenzino la decisione finale. Quest’anno, il numero di candidature è stato senza precedenti, con ben 338 nomi proposti, di cui 244 individui e 94 organizzazioni. Questo dato supera il record precedente di 286 candidature registrate nel 2024 e si avvicina al massimo storico di 376 candidati del 2016.
Il premio e la sua importanza
Il premio Nobel per la Pace comprende una medaglia d’oro, un diploma e un premio monetario di 11 milioni di corone svedesi, corrispondenti a circa 810.000 sterline. La cerimonia di premiazione si svolgerà il 10 dicembre, in occasione dell’anniversario della morte di Alfred Nobel. I nomi dei candidati rimarranno riservati per un periodo di 50 anni, come stabilito dalle regole dell’organizzazione.
Un contesto di conflitti crescenti
La situazione mondiale è attualmente caratterizzata da una fragilità senza precedenti, con un incremento dei conflitti armati. Secondo un rapporto di The National, il 2024 ha registrato il numero più elevato di conflitti dal 1946, anno in cui l’Università di Uppsala ha iniziato a raccogliere dati sui conflitti a livello globale.
La decisione del comitato è, quindi, particolarmente rilevante in un periodo in cui il messaggio di pace e unità è più necessario che mai.
Candidature e temi di rilevanza
In questo scenario, esperti e analisti stanno cercando di identificare i candidati che meglio rappresentano le sfide umanitarie contemporanee. Tra i nomi più discussi per il Nobel 2025 ci sono le Emergency Response Rooms (Err) del Sudan, una rete di volontari che forniscono assistenza in uno dei conflitti più trascurati e devastanti del mondo. Queste strutture operano in condizioni di estrema pericolosità, garantendo cure mediche e distribuzione di cibo a milioni di persone tagliate fuori dagli aiuti internazionali.
Il ruolo della libertà di stampa
Un altro candidato di spicco è il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione che si dedica alla documentazione degli attacchi contro i giornalisti.
Nel 2024, oltre il 70% dei giornalisti uccisi ha perso la vita nel conflitto israelo-palestinese, evidenziando la gravità della crisi della libertà di stampa. L’impegno di questa organizzazione nel monitorare e proteggere i diritti dei giornalisti la rende un candidato credibile per il premio.
Altri nomi in corsa
Oltre ai già citati, altri nomi che potrebbero emergere includono Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, la Corte Penale Internazionale (ICC) e la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), riconosciute per il loro ruolo nel promuovere il rispetto del diritto internazionale. Questi candidati rappresentano una lotta continua per la giustizia e la libertà in contesti di repressione e conflitto.
Al contrario, figure come Donald Trump, che ha espresso pubblicamente la propria convinzione di meritare il Nobel per la Pace, non sono considerate seriamente per il riconoscimento. Le candidature a suo favore, presentate da diversi leader internazionali, arriveranno probabilmente a scadenza per il premio del 2026, dato che molte sono state presentate dopo la data limite del 31 gennaio. Gli esperti ritengono che le politiche di Trump, in particolare le sue scelte diplomatiche controverse, lo escludano da una possibile vittoria.
