Con l’avanzare dell’età, la qualità dello sperma maschile subisce trasformazioni significative. Recenti studi evidenziano che le mutazioni genetiche nello sperma tendono ad aumentare, portando a implicazioni per la salute dei figli. In particolare, la ricerca condotta dall’istituto Sanger e dal King’s College di Londra ha rivelato che il seme umano accumula un numero crescente di mutazioni con l’età, aumentando il rischio di trasmettere alterazioni genetiche ai propri figli.
Lo studio e i suoi risultati
I ricercatori hanno utilizzato tecnologie di sequenziamento all’avanguardia per esaminare campioni di sperma di uomini con età compresa tra i 24 e i 75 anni. L’analisi ha dimostrato che la linea germinale maschile, ovvero l’insieme delle cellule responsabili della produzione di spermatozoi, è influenzata da un processo di mutazione e selezione.
Attraverso una tecnica innovativa chiamata NanoSeq, gli scienziati hanno potuto identificare mutazioni rare con un margine di errore molto ridotto.
Accumulazione di mutazioni
La ricerca ha rivelato che, in media, ogni anno si accumulano circa 1,7 nuove mutazioni genetiche nello sperma maschile. Questo dato, sebbene allarmante, è solo una parte della storia. Infatti, i ricercatori hanno osservato che non tutte le mutazioni sono dannose. Alcune di esse possono conferire una maggiore efficienza alle cellule che producono spermatozoi, favorendo la loro proliferazione. Questo fenomeno è noto come selezione positiva, in cui alcune mutazioni benefiche tendono a prevalere nel tempo.
Implicazioni evolutive e cliniche
Le scoperte degli studiosi portano a riflessioni importanti sia dal punto di vista evolutivo che clinico. Da un lato, la linea germinale maschile non si limita ad accumulare errori nel tempo; al contrario, è un sistema dinamico in cui mutazioni e selezione naturale interagiscono continuamente.
Questo implica che la composizione genetica dello sperma cambia, influenzando così la qualità dell’eredità genetica che un padre può trasferire ai propri figli.
La nuova comprensione della fertilità maschile
Dal punto di vista clinico, la ricerca solleva interrogativi sulla fertilità maschile, sulla necessità di consulenze genetiche e sui rischi legati alla paternità in età avanzata. Le percentuali di mutazioni, sebbene rimangano basse, mostrano una tendenza ad aumentare non in modo lineare, ma attraverso meccanismi di selezione che possono favorire la diffusione di varianti genetiche potenzialmente dannose.
Raheleh Rahbari, uno dei ricercatori principali, ha sottolineato come la linea germinale maschile non sia un ambiente statico. “La selezione naturale può favorire mutazioni dannose,” ha affermato, “e ciò può avere effetti sulla generazione successiva.” Tuttavia, è importante notare che la presenza di una mutazione non implica necessariamente che essa venga trasmessa o che causi malattie.
In molti casi, queste variazioni possono portare a risultati variabili, come la difficoltà nella fecondazione o perdite embrionali.
Il ruolo dell’orologio genetico paterno
La ricerca evidenzia come l’“orologio genetico” paterno giochi un ruolo cruciale nel determinare l’eredità biologica. Le evidenze suggeriscono che i padri che decidono di avere figli in età avanzata potrebbero affrontare un rischio maggiore di trasmettere mutazioni dannose. Matt Hurles, direttore dell’istituto Sanger, ha affermato che le modifiche del DNA possono non solo sopravvivere, ma prosperare nei testicoli, con conseguenze significative per la salute futura dei figli.


