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Milano: Opportunità e Sfide nella Crescita dei Data Center

L'analisi della nuova strategia metropolitana evidenzia le incertezze riguardanti gli investimenti nei data center a Milano.

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Il panorama dei data center in Europa è attualmente in fase di trasformazione, con Milano che gioca un ruolo significativo in questo contesto. Mentre il governo nazionale sta elaborando una strategia complessiva per gestire questa evoluzione, la Città metropolitana di Milano ha avviato una propria iniziativa. Questa situazione solleva interrogativi riguardo al futuro degli investimenti nel settore. Milano, con le sue sfide specifiche, è percepita come uno dei poli a maggiore potenziale di crescita nel continente.

La nuova variante Sttm3 e le sue implicazioni

Nel mese di maggio, è stata adottata la variante semplificata Sttm3, un aggiornamento della strategia per l’innovazione degli spazi dedicati alla produzione e ai servizi nella metropoli milanese. Questa revisione, che introduce un quadro normativo semplificato per i terreni destinati ai data center, ha suscitato reazioni contrastanti tra gli attori coinvolti.

Milano, con i suoi 133 comuni distribuiti su un’area di 1.575 chilometri quadrati, rappresenta la terza area più densamente popolata d’Europa, subito dopo Londra e Parigi. Sebbene il processo di approvazione sia ancora in discussione con la Regione Lombardia, l’adozione finale di questo provvedimento potrebbe modificare radicalmente le regole del gioco.

Effetti della Sttm3 sugli investimenti

Un’analisi condotta da Bcs Consultancy evidenzia che la nuova direttiva Sttm3, pur seguendo le linee guida europee, introduce misure che potrebbero scoraggiare l’uso di nuovo suolo. La direttiva stabilisce criteri severi per le nuove costruzioni. Un aspetto controverso è la riclassificazione dei data center come infrastrutture direzionali-terziarie, anziché produttive-tecnologiche. Questa modifica potrebbe comportare un aumento significativo dei costi di costruzione, stimati tra il 10 e il 15% del valore totale dell’intervento.

Inoltre, gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria potrebbero raddoppiare, rendendo poco attraente investire a Milano proprio mentre il governo sottolinea l’importanza dei data center per la competitività nazionale.

Conseguenze per la competitività di Milano

La senior consultant di Bcs Consultancy, Silvia Traverso, pone in evidenza le contraddizioni tra le nuove normative e le politiche nazionali. Sebbene la strategia milanese sia condivisibile per gli obiettivi di sostenibilità, essa potrebbe generare effetti collaterali indesiderati, rallentando l’attrattiva della città per gli investimenti strategici. La combinazione di normative più rigide e di un’infrastruttura inadeguata rischia di compromettere la competitività di Milano rispetto ad altre città europee consolidate come Francoforte e Dublino.

Responsabilità dei comuni

Il parere di Elisabetta Patelli, avvocato e membro della Commissione di diritto amministrativo dell’Ordine degli avvocati di Milano, evidenzia l’importanza del ruolo svolto dai comuni.

In assenza di normative nazionali coerenti, i comuni milanesi si trovano a dover bilanciare la pianificazione degli interventi con l’attrazione di investimenti strategici. Questa situazione richiede la creazione di condizioni favorevoli, in grado di compensare gli oneri aggiuntivi imposti dalla nuova classificazione.

Incertezze e opportunità nel settore dei data center

La Italian Data Center Association (Ida) ha manifestato preoccupazione per l’incertezza generata dalla variante Sttm3. Questa situazione costringe gli operatori a rivedere i propri piani aziendali in seguito all’introduzione di nuove normative. Le modifiche potrebbero portare a un incremento della burocrazia e dei costi, in particolare per coloro che hanno già acquisito terreni destinati allo sviluppo di data center in aree classificate come produttive.

Inoltre, si segnala il rischio che l’aumento della domanda di spazi direzionali-terziari possa innescare un fenomeno di speculazione immobiliare. Ciò renderebbe ulteriormente difficile l’accesso a queste strutture, complicando le operazioni degli operatori del settore.

Il ruolo delle aree brownfield

Le linee guida del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica incoraggiano la riqualificazione di aree dismesse, note come brownfield, per lo sviluppo di nuove infrastrutture. Tuttavia, la preferenza per tali siti potrebbe non essere sufficiente a prevenire conflitti e resistenze locali. Un esempio è il recente ricorso di Legambiente Lombardia contro la costruzione di un data center in un’area verde di Bollate, che sottolinea la necessità di un approccio equilibrato e sostenibile allo sviluppo urbano.

La situazione relativa ai data center nella Città metropolitana di Milano presenta molteplici sfide e opportunità. Le questioni legate alla nuova normativa e alla necessità di attrarre investimenti rimangono centrali nel dibattito attuale.

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Scritto da Staff

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