Microsoft è attualmente coinvolta in una controversia legale che potrebbe modificare il concetto stesso di vendita di software usato. La società ValueLicensing, specializzata nella rivendita di licenze di software preutilizzate, ha presentato denuncia contro il colosso tecnologico per un valore di 270 milioni di sterline, accusando Microsoft di ostacolare le vendite nel Regno Unito e in Europa.
La controversia legale: cosa c’è in gioco?
Il caso, in corso presso il UK Competition Appeal Tribunal, riguarda l’interpretazione della legge europea e britannica sulla rivendita di software usato. ValueLicensing sostiene che Microsoft imponga condizioni anti-concorrenziali ai suoi clienti business, rendendo complessa la rivendita di licenze perpetue in cambio di sconti su abbonamenti a software Microsoft. Tale comportamento, come affermato dall’azienda, ha determinato un mercato caratterizzato da prezzi elevati e opzioni limitate per i consumatori.
La battaglia legale è intensificata dopo che ValueLicensing ha presentato la denuncia nel 2021, quando ha dichiarato che Microsoft ha sfruttato la propria posizione dominante per ridurre la disponibilità di licenze perpetue di software usato dal 2016 in poi. Le conseguenze di questo caso potrebbero avere un impatto significativo sul mercato del software europeo.
Le argomentazioni di ValueLicensing
Il rivenditore ha citato un importante precedente della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che stabilisce il diritto di qualsiasi organizzazione di vendere software acquistato. Questo principio, se applicato, potrebbe ribaltare la situazione a favore di ValueLicensing. Tuttavia, Microsoft ha iniziato a modificare le proprie argomentazioni legali, sostenendo che non esiste mai stato un mercato legale per la rivendita di Office e Windows usati.
ValueLicensing ha dichiarato: “Se l’argomento di Microsoft fosse corretto, significherebbe che il mercato della rivendita in Europa non dovrebbe mai esistere”. Microsoft, da parte sua, sostiene che le licenze acquistate da grandi aziende non possano essere vendute parzialmente, ma solo in blocco. Questo implica che un’azienda con 1000 licenze di Windows possa rivenderle solo a un cliente che ne desidera lo stesso numero.
Le implicazioni future di questo contenzioso
La questione principale riguarda se i prodotti Microsoft rientrino sotto la Direttiva sul software o sotto la Direttiva sul copyright e sulla società dell’informazione. Microsoft cerca di dimostrare che i suoi prodotti non siano solo programmi informatici, ma includano anche elementi non software, come interfacce grafiche e messaggi di aiuto.
Questa distinzione potrebbe avere conseguenze legali significative per il futuro della rivendita di software digitale.
Se la corte dovesse pronunciarsi a favore di Microsoft, il mercato del software di seconda mano potrebbe essere drasticamente ridotto, creando un monopolio che potrebbe danneggiare consumatori e aziende. La tensione cresce e il pubblico attende il verdetto finale, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. La battaglia legale è destinata a diventare sempre più interessante.