Il premio Nobel per la Pace 2025 è stato attribuito a Maria Corina Machado, una figura di spicco nell’opposizione democratica del Venezuela. Questo riconoscimento premia il suo incessante impegno nella difesa dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua determinazione nel perseguire una transizione pacifica e giusta dalla dittatura alla democrazia.
Maria Corina Machado, che da tempo vive nell’ombra in Venezuela, mantiene la sua leadership mentre la sua famiglia risiede all’estero. Il suo coraggio e la sua resilienza la pongono come simbolo di speranza per molti, mentre continua a sfidare il regime oppressivo di Nicolás Maduro.
Un riconoscimento importante in un contesto critico
La decisione del Comitato norvegese per il Nobel di conferire questo premio a Machado assume un’importanza particolare in un periodo in cui il mondo è estremamente fragile dal punto di vista della pace.
Erik Aasheim, portavoce dell’istituzione, ha sottolineato che il numero di candidature per il Nobel di quest’anno ha toccato un record, con ben 338 nominazioni, tra cui 244 individui e 94 organizzazioni. Questo supera le 286 candidature del 2024, rendendo il premio di quest’anno ancora più significativo.
I numeri del premio Nobel
Il riconoscimento consiste in una medaglia d’oro, un diploma e un premio in denaro di 11 milioni di corone svedesi, equivalenti a circa 810 mila sterline. La cerimonia di consegna avrà luogo il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel. È interessante notare che i nomi dei candidati rimarranno segreti per un periodo di 50 anni, come stabilito dallo statuto della Fondazione Nobel.
Un messaggio di speranza in tempi difficili
Secondo quanto riportato da The National, il 2024 ha visto un incremento nei conflitti armati, raggiungendo il livello più alto dal 1946. La scelta di premiare Machado è quindi un messaggio di speranza e resilienza, un tentativo di riaccendere l’attenzione sulla necessità di pace e stabilità globale in un contesto di crescente tensione.
Jørgen Watne Frydnes, presidente del comitato, ha dichiarato che la valutazione dei candidati si basa su un quadro globale. Per le persone, l’analisi riguarda l’intera personalità, mentre per le organizzazioni si considera l’insieme delle attività. Tuttavia, il criterio finale è ciò che il candidato ha effettivamente realizzato per la pace.
Il ritorno a temi classici
Halvard Leira, direttore del Norwegian Institute for International Affairs, ha evidenziato come le scelte recenti del comitato stiano ritornando su temi tradizionali legati alla pace, inclusi diritti umani, democrazia, libertà di stampa e diritti delle donne.
Questo approccio suggerisce che i vincitori futuri potrebbero essere coloro che, lontani dai riflettori, sono attivamente impegnati in cause concrete.
Altri candidati e controversie
La figura di Donald Trump, che ha dichiarato pubblicamente di meritare il Nobel per la Pace per i suoi presunti sforzi nella risoluzione di conflitti durante il suo mandato, non è stata considerata dal comitato. Diverse nomine a suo favore sono state presentate da leader internazionali, ma molte di queste sono arrivate oltre la scadenza del 31 gennaio e saranno quindi valutate per il premio del 2026.
In ogni caso, gli esperti ritenevano improbabile la sua vittoria, citando scelte politiche e diplomatiche che contraddicono gli ideali del Nobel, come il ritiro degli Stati Uniti da organizzazioni internazionali e le tensioni commerciali con alleati e avversari.
Questo scenario rende il premio a Machado ancora più prezioso e significativo.


