L’ultimo tweet di @riccardowired

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Questi di Twitter sono senza cuore. Avevo chiesto la possibilità di mandare un ultimo tweet come @riccardowired. E di farlo in un giorno per me speciale. Anzi non solo per me. Il 19 febbraio 2009 arrivò in edicola Wired. Su una copertina d’argento a specchio, frutto del genio di David Moretti, brillava un ritratto memorabile, firmato da Albert Watson, di Rita Levi Montalcini che compiva 100 anni. “ItAliens!” strillavamo su quella immagine. Era la nostra bandiera, la bandiera degli innovatori. Mi piace pensare che da quel giorno nulla sia stato come prima. In realtà sono tante le cose che devono cambiare ancora in Italia. Ma l’arrivo di quel magazine leggendario in Italia era già una vittoria. Era la risposta alla domanda che avevo fatto esattamente un anno prima all’allora direttore di Wired Us, Chris Anderson: “Ci saranno abbastanza storie di italiani che cambiano il mondo?”.

Sì, c’erano, ci sono. E sono sempre di più.

Il 19 febbraio quindi. Cinque anni fa, domani. Ieri invece ho incontrato l’attuale direttore di Wired, Massimo Russo. Nove mesi fa ha preso il posto di Carlo Antonelli che aveva preso il mio posto nel giugno del 2011. Cose che capitano nei giornali. Con Massimo ci conosciamo da tempo: ho apprezzato alcune cose che aveva fatto prima, al gruppo Espresso (e il libro Eretici Digitali, scritto assieme a Vittorio Zambardino), e mi sono rallegrato del suo arrivo alla guida del magazine che ho avuto l’onore di fondare. Siamo molto diversi. Ma abbiamo in comune la passione per l’innovazione, il senso della cultura digitale, l’urgenza del cambiamento di questo paese.

Eppure in questi mesi non ci siamo capiti.

Abbiamo anche litigato di brutto una volta. Un peccato, uno spreco di energie. E così lunedì ci siamo finalmente visti per parlare. E’ sempre bello e utile quando ci si parla: ponti e non muri, lo scrissi in un login di Wired mi pare. Bello. Utile. E non c’è bisogno di sposarsi ogni volta: il rispetto e la comprensione reciproca sono un traguardo fantastico per chi lo raggiunge. E quindi?

Quindi ciascuno per la sua strada, ma se capiterà di fare qualche tratto assieme lo faremo. E io, personalmente, sono felice di vedere Wired di nuovo in prima linea sulla frontiera dell’innovazione in Italia. Quando parlano di makers e di startup, quando si infuriano per il pressappochismo che aleggia quando la politica si avvicina ad Internet, io tifo per loro.

Ma Wired è il mio passato. Certe cose non tornano ed è giusto così. Tifo come farebbe un genitore che segue da lontano le imprese del figlio.

Per questo, per chiarezza nei confronti dei lettori e di chi ci segue, abbiamo convenuto di mandare in pensione l’account twitter @riccardowired. Dopo cinque anni esatti di onorata carriera, si sarebbe detto un tempo. Era diventato un pezzo di me quel nome. Ma per chi è impegnato a costruire il futuro, è giusto non guardarsi indietro.

Le cose più belle e importanti di questi anni sono dentro di noi, non è il cambio di un account a cambiarle di una virgola. Il resto è accaduto alla velocità della luce. Ho contattato Twitter, chiedendo di poter mandare domani un ultimo tweet con quel nome ormai per me così intimo, e invece un’ora fa mi hanno informato che il cambio era già avvenuto.

Grazie @riccardowired, da oggi divento, anzi torno @riccardoluna. E con questo nome il mio primo tweet sarà: buon compleanno, @wireditalia!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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