Logica antigravitazionale e nuove tecnologie per ambienti di apprendimento sperimentali

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La ricerca e lo sviluppo hanno bisogno di nuove visioni e, soprattutto, di stanze di sperimentazione, come mi piace chiamare le situazioni utili a creare e codificare modelli scalabili ed applicabili a situazioni con caratteristiche omogenee. Questo concetto vale per tutti i campi del sapere e del fare.Qualche giorno fa, scorrendo la mia timeline di Facebook, mi sono imbattuto in questo pensiero di Maria D’Ambrosio: “Chiamiamo apprendimento quel processo necessario alla vita di ogni sistema vivente e a quella degli ambienti e delle comunità, dove la vita si situa e si manifesta. L’apprendimento necessita di relazioni intersoggettive, di una rete che alimenti il processo che lo sostanzia. Apprendere è agire ed interagire. Apprendere vuol dire rispondere in maniera adattiva all’ambiente.

Significa generarlo e rigenerarlo. Apprendere contribuisce al processo di mutamento continuo”.

IMPARARE OGGI, NEL MONDO DELLA CONOSCENZA LIQUIDA

Da un po’ di tempo mi sto interrogando proprio su questi concetti, specialmente nel pomeriggio, quando mi trovo di fronte a mia figlia di 8 anni alle prese con i compiti di quarta elementare. Mi rendo conto che apprendere oggi, nel mondo dell’informazione e della conoscenza liquida, è un processo profondamente diverso rispetto al tempo in cui io (oggi quarantenne) mi confrontavo con gli stessi argomenti.

È vero che ci sono primi segnali di apertura, ma siamo ancora lontani dal far sì che l’apprendimento venga considerato dai ragazzi “cool”, una “roba che spacca”, un qualcosa che riesca a collocarli in uno spazio di riconoscimento sociale importante.

Al metodo di apprendimento, e quindi all’approccio divulgativo e pedagogico, manca proprio questa fondamentale caratteristica seduttiva.

Nei giorni che sono seguiti alla lettura di quel post, Maria mi ha consigliato una lettura che a mia volta sento di consigliare a chiunque si sia posto le mie stesse domande e abbia cercato, se non delle risposte, quantomeno delle tesi da approfondire.

LE NUOVE TECNOLOGIE “ESTENDONO” IL CORPO

e-Learning. Electric Extended Embodied, edito da ETS, è il volume che Maria mi ha consigliato di leggere e che ha scritto assieme a Orazio Carpenzano e Lucia Latour come autori, insieme con gli artisti digitali Pasquale Napolitano e Stefano Perna, la pedagogista Jole Orsenigo, l’esperta di e-learning Valentina Piccioli, il docente di filosofia Lorenzo Cuna con la sua classe di studenti di un liceo artistico e il loro docente di grafica Michele d’Uva, con la prefazione di Derrick de Kerckhove e la postfazione di Giorgio Ventre.

Un testo al primo approccio complesso e articolato, che fornisce gli strumenti per connettere Mente-Corpo-Ambiente e utilizzare la ricerca artistica sulla mobilità, insieme a quella sulle neuroscienze e sulla nuova robotica autonoma, per innovare le attuali pratiche formative, aprendo all’uso delle nuove tecnologie come dispositivi capaci di estendere le funzioni “sensorie e motorie” del corpo e farle emergere in una nuova cognizione di sé e del mondo.

A partire dal nesso cinetica-cognizione, il testo traccia una traiettoria di studio e ricerca pedagogica situata tra Danza-Architettura-Tecnologie (in piena armonia con il concetto di co-design), che individua il conoscere come processo emergente dalla convergenza di pensiero e azione.

Gli ambienti formativi sono proposti come “scena live” in cui ciascuno è agente, performer, chiamato a farsi generativo di un sistema cui dar forma e mutare, in un processo che è vivere ed esistere

Il libro è parte di un lavoro di ricerca commissionato da Docebo spa, per esplorare le possibilità di uso della piattaforma basata sul web in contesti non solo aziendali, ma anche educativi e formativi. La ricerca è stata anche occasione per realizzare il workshop “sistema roteanza antigravitazionale” (QUI il video), grazie alla collaborazione di Altroequipe, così da sperimentare un ambiente multisensoriale-multiagente-intercodice come nuovo ambiente cognitivo dove integrare la logica antigravitazionale con quella lineare e bidimensionale, e dare corpo ad una “pedagogia elettrica”: fondata cioè sull’interazione come principio generativo e trasformativo.

CINETICA E TATTILITA’

Il corpo è pensato come un sistema ad alta interattività e connettività situato in un ambiente sensibile e responsivo: corpo e ambiente sono materia-informazione dalla cui reciproca interconnessione emergono flussi, dinamiche e processi che chiamiamo formazione, apprendimento, cognizione. L’apprendimento e la formazione, così come proposto dagli autori del testo, contengono cinetica e tattilità: sono il punto di convergenza tra pensiero e azione. Questo approccio prende vita da New Sensorium di Yuko Hasegawa, un modello di pensiero essenzialmente distinto da quello occidentale, in quanto il lavoro si basa sui modi intuitivi di maneggiare i fenomeni, in modo olistico, integrando pensiero e azione, senza bisogno di distinguere tra soggetto e oggetto.

Sistema roteanza antigravitazionale contiene la mappa del territorio educativo che accoglie la dimensione cognitiva della rivoluzione elettrica e digitale. Sistema roteanza antigravitazionale e la riflessione che emerge dal testo, configura una metodologia innovativa del “fare scuola”, dell’apprendere e del formare, del progettare e del realizzare ambienti cognitivi. Una metodologia fondata sulla generatività dell’interazione, che potrebbe essere una delle risposte alla necessità e al bisogno di innovare la scuola e il mondo della formazione, grazie ad una più stretta connessione tra Uomini e Macchine, Sensorialità e Immaginario, Emozione e Cognizione.

Fare ricerca sulla cognizione, ovvero sulla dimensione sensoriale della cognizione, rende necessario occuparsi di ambienti cognitivi, di apprendimento e dunque anche di ambienti digitali connessi con lo spazio fisico, di particolare interesse perché intervengono sulle potenzialità senso-motorie e sui processi del formare-formarsi.

La comunicazione, la condivisione, dunque, sono il fondamento di ogni esistenza possibile e costituiscono la condizione dello stare nel mondo e dell’agire in esso. Comunicare corrisponde a quello stato di necessità per ciascun essere che, in quanto sistema autopoietico, si genera e rigenera, producendo mondi in forma di cognizione.

RIPENSARE LO SPAZIO FISICO

Uno spazio fisico può aiutare a ricostruire uno spazio mentale? L’architettura può immaginare uno spazio per l’uomo che ha difficoltà ad abitare lo spazio “normale e normato”? Cosa e come sarebbe, dunque, lo spazio per altri corpi?

Quando il flusso, i colori, le proporzioni sono contattati dai nostri corpi, possiamo notare come la nostra azione (nel senso di interazione) può modificarne le textures, i movimenti, le forme: la distanza tra architetture reali e spazio astratto si riduce moltissimo.

Accorciare la distanza tra spazio e corpo, dunque, è una ricerca affascinante, specialmente quando l’interazione spazio-temporale (generata dalla mobilità che cerca direzioni e non orientamenti) gioca un ruolo importante non solo nella conformazione del corpo (forme delle architetture interne-esterne) ma anche nello sviluppo delle sue funzioni e delle sue capacità adattive.

LE NECESSITA’ DEL NOSTRO TEMPO

La ricerca è complessa ed il lavoro è assolutamente in linea con le necessità del nostro tempo e soprattutto dei nostri bambini. Per questo, a mio avviso, il lavoro che tiene insieme reale e virtuale e mette al centro relazioni e connessioni, in un’interpretazione possibile delle nuove forme di apprendimento, non deve rimanere esperimento, ma deve assumere le caratteristiche del modello codificato, applicabile ad una quantità di situazioni con caratteristiche omogenee.

Ho provato ad immergermi in questa stimolante prospettiva per dare una mia impressione e cercare delle risposte o almeno abbracciare e condividere delle tesi che possano fornire stimoli a tutti coloro che si sono posti la mia stessa domanda: il nostro sistema pedagogico è in grado di formare persone pronte a capire ed interpretare la complessità del mondo in cui vivono?

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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