Immagina di essere un giornalista, dedicato alla ricerca della verità, e di scoprire che qualcuno sta spiando ogni tua mossa. È una paura concreta, una realtà che molti professionisti della comunicazione potrebbero affrontare oggi. Recentemente, i ricercatori del Citizen Lab hanno rivelato che due giornalisti, tra cui Ciro Pellegrino, hanno trovato tracce di uno spyware chiamato Graphite sui loro iPhone. Questo evento non è solo un attacco alla loro privacy, ma un attacco alla libertà di stampa stessa.
La scoperta inquietante
Il 29 aprile, Apple ha avvisato alcuni utenti della presenza di uno spyware sui loro dispositivi. Gli esperti del Citizen Lab hanno trovato prove che mettono in luce come Graphite abbia preso di mira giornalisti di spicco. La scoperta è agghiacciante: l’indirizzo IP di un server dell’azienda israeliana Paragon Solutions è stato rintracciato, insieme a un account iMessage utilizzato per distribuire lo spyware.
Si tratta di una vulnerabilità sfruttata attraverso un attacco zero-click, il che significa che non è necessaria alcuna interazione da parte dell’utente per compromettere il dispositivo.
Il silenzio del report
Curiosamente, il nome di Ciro Pellegrino non appare nel report pubblicato dal Copasir, il comitato parlamentare che si occupa della sicurezza. Eppure, la sua situazione è emblematicamente rappresentativa di un problema più ampio. Il Copasir ha escluso attività di spionaggio nei confronti di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, ma l’analisi forense del suo smartphone Android è ancora in corso. Questo solleva domande: chi sta realmente spiando e perché? La mancanza di trasparenza alimenta solo la preoccupazione.
Il futuro della libertà di stampa
Alla pagina 5 del report, si legge che potrebbero essere condotti ulteriori approfondimenti su “presunte intrusioni in dispositivi mobili rese note da altri due giornalisti nelle ultime settimane“.
È evidente che la questione è tutt’altro che risolta. La violazione della privacy non riguarda solo gli individui, ma ha ripercussioni sulla società intera. La libertà di stampa è un pilastro della democrazia, e ogni attacco a essa deve essere considerato un attacco a tutti noi.
Un dialogo necessario
Il 16 giugno, ci sarà una discussione al Parlamento europeo riguardo questa attività di spionaggio. È fondamentale che questa conversazione avvenga, poiché il mondo sta cambiando rapidamente e con esso le minacce alla libertà individuale. Non possiamo permettere che la paura e la sorveglianza soffochino il coraggio di chi cerca la verità. I giornalisti meritano di lavorare in un ambiente libero da intimidazioni e attacchi. E noi, come società, dobbiamo sostenere questa causa.
Il potere della resilienza
In un momento in cui la verità è più importante che mai, ogni attacco alla libertà di stampa è un invito a riflettere. Possiamo scegliere di rimanere in silenzio o di alzare la voce. La resilienza e il coraggio di chi opera nel campo dell’informazione ci ricordano che la lotta per la verità è una lotta per tutti. E, mentre la tecnologia avanza, spetta a noi assicurarci che non diventi uno strumento di oppressione, ma un alleato nella ricerca della giustizia e della trasparenza.
