L’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, un simbolo dell’eccellenza nella ricerca in Italia, si trova ad affrontare una situazione critica. Le recenti modifiche alla legge di bilancio 2026, presentate dal governo Meloni, potrebbero portare a una riduzione drastica dei fondi, con il rischio di perdere fino a 200 ricercatori.
La nuova normativa prevede un abbattimento del finanziamento annuale da circa 95 milioni a 85 milioni di euro per il triennio 2025-2027, infliggendo un colpo significativo alla capacità dell’istituto di mantenere il proprio personale scientifico, che potrebbe vedere una diminuzione del 15%.
Le conseguenze dei tagli finanziari
Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Iit, ha espresso la sua preoccupazione durante un’audizione in commissione bilancio al Senato il 3 novembre 2025.
Ha chiesto un ripristino dei fondi originari di 100 milioni di euro, sottolineando che il taglio rischia di compromettere non solo il personale, ma anche la qualità della ricerca stessa.
Un problema strutturale
La questione del sottofinanziamento della ricerca pubblica in Italia è un fenomeno che si protrae da anni e non è esclusivo dell’attuale governo. Tuttavia, le recenti leggi di bilancio hanno avuto un impatto devastante, non solo sull’Iit, ma anche su altre istituzioni come Human Technopole e Biotecnopolo di Siena, che hanno visto i loro contributi ridotti o ristrutturati.
La legge istitutiva dell’Iit, emanata nel 2003, garantiva un finanziamento stabile di 100 milioni all’anno, ma questa cifra è stata progressivamente diminuita negli anni, arrivando a 91 milioni nel periodo 2018-2025.
Anche se nel 2025 i fondi erano stati ripristinati, la nuova legge di bilancio ha reintrodotto il taglio, con effetti devastanti per la ricerca.
Implicazioni per il futuro della ricerca
Le ripercussioni di questi tagli si tradurranno in un ridimensionamento del personale e nella limitazione delle nuove assunzioni. Metta ha spiegato che questo non significa licenziamenti, ma una significativa riduzione delle borse di dottorato e dei contratti postdoc, rendendo difficile attrarre nuovi talenti e compromettere la continuità delle collaborazioni internazionali.
Rischi per i progetti di ricerca
Con il ridotto personale, alcuni progetti di ricerca potrebbero subire rallentamenti o addirittura essere accorpati, mentre altri potrebbero essere cancellati del tutto. La mancanza di fondi sufficienti ostacola la possibilità di mantenere un flusso costante di iniziative e collaborazioni di lungo periodo, essenziali per il progresso scientifico.
Metta ha richiamato l’attenzione su come investire nella ricerca e sviluppo sia cruciale per il benessere economico del paese, citando la storia e i premi Nobel che dimostrano come il progresso scientifico alimenti la crescita delle economie avanzate. “Investire in conoscenza significa aumentare il prodotto interno lordo”, ha affermato, avvertendo che i tagli rappresentano una battuta d’arresto per la nazione.
Mobilitazione politica e risposte istituzionali
Le parole di Metta hanno suscitato una reazione positiva da parte della classe politica. Beatrice Lorenzin, vicepresidente del Partito Democratico, ha definito i tagli come una decisione miope e ha chiesto un ripristino dei finanziamenti. Anche il Movimento 5 Stelle ha mostrato sostegno, con il senatore Luca Pirondini pronto a presentare un emendamento per garantire le risorse necessarie.
A livello regionale, il consiglio della Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la giunta a sostenere l’Iit. Anche la sindaca di Genova, Silvia Salis, ha visitato la sede dell’istituto, evidenziando che i tagli alla ricerca sono un attacco al futuro del paese.
La nuova normativa prevede un abbattimento del finanziamento annuale da circa 95 milioni a 85 milioni di euro per il triennio 2025-2027, infliggendo un colpo significativo alla capacità dell’istituto di mantenere il proprio personale scientifico, che potrebbe vedere una diminuzione del 15%.0


