Il Digital Networks Act (DNA) si prepara a entrare in vigore nel prossimo anno, con l’obiettivo di trasformare il panorama delle telecomunicazioni in Europa. Questo piano ambizioso intende semplificare le normative per gli operatori e potenziare le reti, in particolare quelle in fibra ottica. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni espresse nella proposta, emergono dubbi e preoccupazioni, soprattutto da parte delle aziende di telecomunicazioni più piccole e dei nuovi operatori di mercato.
Il contesto del Digital Networks Act
Il Digital Networks Act (DNA) è stato concepito per rispondere alle sfide poste dalla crescente domanda di connettività e dall’ascesa degli Over The Top (OTT), aziende americane come Google e Netflix che beneficiano delle infrastrutture di telecomunicazione senza contribuire adeguatamente alla loro manutenzione.
Le implicazioni di questa proposta sono molteplici: sebbene si preveda una riduzione degli oneri burocratici e un potenziamento delle reti, esiste il rischio che le aziende più grandi, come TIM e Fibercop, possano trarne vantaggio a discapito degli operatori più piccoli.
Preoccupazioni degli operatori minori
Durante un recente evento a Milano, il Salotto Mix, il CEO di Fibreconnect, Renzo Ravaglia, ha manifestato le proprie riserve riguardo al DNA. Secondo Ravaglia, il provvedimento potrebbe avvantaggiare i grandi operatori storici, creando un monopolio di fatto che limiterebbe la competizione. La deregolamentazione, se non adeguatamente bilanciata, potrebbe portare a una concentrazione del mercato nelle mani di pochi attori, con conseguenze negative sui prezzi per i consumatori.
Le sfide per l’innovazione
Un punto cruciale sollevato da Ravaglia riguarda i costi di accesso alle reti.
Attualmente, per attraversare un comune anche solo per pochi metri, un operatore è costretto a pagare cifre elevate, che nel complesso possono risultare insostenibili. La necessità di una semplificazione normativa è quindi evidente; tuttavia, Ravaglia avverte che questo non deve tradursi in un aumento di potere per i monopolisti storici, i quali hanno già beneficiato di una storia di investimenti e infrastrutture.
Il dibattito sui prezzi e sulla qualità del servizio
Un aspetto rilevante riguarda la questione dei prezzi. Attualmente, i clienti sostengono lo stesso costo per una connessione in fibra e in rame, il che rappresenta un disincentivo per gli operatori a investire in tecnologie più avanzate. Ravaglia sottolinea che dovrebbero esserci prezzi differenziati in base alla qualità del servizio offerto, affinché gli operatori siano motivati a migliorare le loro reti e i loro servizi.
Le nuove prospettive della Commissione Europea
La Commissione Europea sta mostrando una maggiore apertura verso la concorrenza e la competitività, proponendo misure per coinvolgere anche gli OTT nel finanziamento delle infrastrutture. Questo approccio è cruciale, poiché le aziende OTT sono i principali utilizzatori delle reti e, sebbene non contribuiscano direttamente, il loro business dipende in gran parte dalla qualità delle stesse.
Il futuro delle telecomunicazioni in Europa
Il Digital Networks Act offre un’opportunità significativa per rinnovare il settore delle telecomunicazioni in Europa. Tuttavia, è fondamentale che la sua attuazione sia equilibrata. La principale sfida consiste nel garantire che i benefici siano distribuiti equamente tra tutti gli operatori. È necessario evitare che le opportunità vadano esclusivamente a favore dei grandi attori del settore.
Solo in questo modo sarà possibile instaurare un mercato sano e competitivo, in cui innovazione e qualità del servizio possano realmente prosperare.

