Le imprese dell’altro mondo, 10 consigli sull’internazionalizzazione

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“Pensiamo al giovane Bill Gates e ci meravigliamo che il nostro mondo abbia permesso a un tredicenne di diventare un imprenditore dal successo favoloso. Ma questa è la lezione sbagliata. Il nostro mondo ha solo concesso a un tredicenne l’accesso illimitato ad un terminale in time sharing nel 1968. Se a un milione di adolescenti fosse stata data la stessa opportunità, quante altre Microsoft avremmo oggi? I fuoriclasse sono il prodotto della storia e della comunità di appartenenza, delle occasioni e del retaggio culturale”. Così Malcolm Gladwell, pensatore canadese contemporaneo, giornalista e sociologo, autore di svariati volumi di successi tra cui “Fuoriclasse”, edito in Italia da Mondadori. Nelle sue parole emerge tutta l’urgenza di definire l’eccellenza come una sintesi tra prodotto della storia, preparazione, studio e ricerca.

Il tutto strettamente connesso alla comunità di riferimento.

Ecco allora il fare rete, il confrontarsi, l’uscire dal proprio ufficio o dalla propria bottega per superare la solitudine del fare impresa.

A Bologna con il 2014 abbiamo deciso di fare rete e con il team dei Giovani Imprenditori Cna Bologna abbiamo messo in piedi e in rete Made in BO. Così dall’inizio dell’anno stiamo provando a raccontare gli artigiani e imprenditori startupper che si annidano sotto le Due Torri. E lo stiamo facendo proprio dentro le botteghe artigiane e i laboratori sparsi nella città. Un’esperienza straordinaria: oltre milleduecento partecipanti e sessanta storie di eccellenza per sei incontri tematici che ci traghetteranno all’evento conclusivo venerdì 12 dicembre, durante il quale assegneremo il premio Giovani Imprese.

Uno degli appuntamenti di Made In BO

Nei mercati del mondo, ma ancorati al territorio

Nuove tecnologie, servizio oltre che prodotto, ricerca, innovazione, competenze. E poi la capacità di scalare con l’eccellenza artigianale. Ecco i dieci consigli di dieci imprenditori e artigiani bolognesi. Proprio loro dall’Emilia-Romagna – prima regione italiana per export pro-capite (11.500 euro) – hanno deciso di investire sulle radici territoriali, ma di presidiare i mercati del mondo. Così lo sguardo di queste dieci realtà molto differenti per settori produttivi è rivolto all’estero, con politiche di internazionalizzazione volte a portare il made in Italy in Europa e Oltreoceano.

L’ultimo appuntamento di Made in BO sull’internazionalizzazione

Avere un piede fisico e non solo virtuale all’estero. La promozione del made in Italy passa anche attraverso dispositivi mobili e app.

Pietro, Simone e Michele hanno fondato Map2app e grazie a loro oggi chiunque può creare app turistiche senza la necessità di alcuna competenza tecnica. Facilità d’uso, economicità e indipendenza nel modificare e aggiungere contenuti li hanno portati in 2 anni a 500 app scaricate più di un milione di volte in Italia, Europa, Sud Africa e Nord America. “Avere fisicamente un piede all’estero ci ha permesso di incrementare i nostri clienti internazionali e di scalare in tempi rapidi”.

Esportare il bello del made in Italy. “La nostra ricetta per andare all’estero e contrastare i problemi? La burocrazia di combatte facendo, senza arrendersi”. Ecco il messaggio da Kriterion, un’impresa in rosa per riportare a nuova vita i beni culturali e architettonici del nostro Paese. Dopo un corso in restauro Caterina, Francesca, Isabella e Silvia hanno deciso di unirsi per recuperare il patrimonio italiano. La loro realtà è molto conosciuta a Bologna per il restauro dell’abbandonata Porta San Felice, ma la squadra lavora anche in Giordania, Albania, Brasile e a Londra.

Il laboratorio di restauro Kriterion

Scalare la nicchia della rete con la qualità. Oggi anche il piccolo artigiano può valicare i confini italiani e andare oltreoceano. Paolo, Lorenzo, Chiara, Maria e Geraldina – evocando l’artigiano degli dei – hanno creato Efesti, l’e-commerce che porta le eccellenze del made in Italy nel mondo. Selezionano i talenti artigiani e li assistono in tutto, dalla gestione del magazzino al racconto dell’azienda.

Presidiare tutti i canali digitali, posizionando il brand nei differenti mercati esteri. Venticinque anni all’anagrafe e da due fondatrice e general manager di un’azienda che esporta in Asia, Turchia, Taiwan, Libano e Portogallo. Carolina Ricci è cresciuta respirando moda e design grazie ai genitori esperti del settore. Oggi con il suo brand Carolina Wyser riunisce i migliori talenti italiani per creare denim interamente made in Italy, pezzi unici realizzati con particolari processi di lavorazione, capi emozionali, tele sulle quali dare vita all’estro e alla creatività italiane.

Non fermarsi all’idea, ma puntare sulle competenze. Lorenzo, Zeno, Sara e Tommaso hanno aperto un segmento totalmente nuovo in Italia. Progettano e producono lampade a LED di design e ad alta innovazione tecnologica per coltivare ortaggi, piante aromatiche, fiori e piante grasse in casa e in ambienti privi di luce naturale. Per farlo hanno messo in piedi Bulbo e hanno riunito numerose piccole e medie imprese italiane. Oggi esportano in Austria, Germania, Irlanda, Francia, Finlandia, Olanda, Svezia, Svizzera e Inghilterra. “Non basta avere una buona idea. Per sfondare sui mercati esteri occorre accrescere le competenze. E poi puntare sul gruppo, che fa la differenza”.

Il team di Bulbo

Pensare a quello che non c’è, investendo sulla ricerca. Due amici trentenni rilevano lo scorso anno un marchio storico di calzature ed accessori, nato addirittura nel 1958 a Bologna. Così da realtà artigianale locale Gianfranco Pini diventa un punto di riferimento nel mondo per il settore calzaturiero. Camilla e Dario decidono di mantenere un unico punto vendita diretto in Italia e focalizzare l’attenzione sui mercati esteri. E in un anno e mezzo portano l’azienda in Cina e Azerbaigian. “L’innovazione si fa con la ricerca, solo così ci si propone all’estero con successo”.

Scalare un prodotto industriale offrendo eccellenza artigianale. Fabrizio Bergamini inizia a farsi le ossa nell’azienda di famiglia quando aveva vent’anni. Nel 2011 ne assume la guida, portando l’impresa familiare ad un profondo rinnovamento e aprendola al mercato estero. Berma progetta, costruisce e vende da quarant’anni macchine e attrezzature per la marcatura industriale. La facilità d’uso e l’affidabilità dei suoi macchinari hanno aiutato Fabrizio a vincere anche la sfida sui mercati europei e del Sud-America.

Il laboratorio di Berna Macchine

Oltre al prodotto puntare su un ottimo servizio. Nasce in provincia di Bologna l’unica azienda italiana specializzata in produzione di lancette. Davide Rondelli ne apprende l’arte dai genitori a 22 anni e oggi gestisce DRL, un’azienda che esporta in tutta Europa e in Russia. Dalla produzione standard a lancette creative. Perché anche scandire l’ora in Italia diventa un’arte. “Oggi il mercato globale è più selettivo e per andare all’estero occorre offrire un ottimo servizio, oltre ad un ottimo prodotto”.

La squadra di lancette DRL

Investire sulle nuove tecnologie con coraggio e determinazione. Inizia giovanissimo in una storica bottega di Bologna, si specializza nella difficile arte dei pavimenti alla veneziana e decide di mettersi in proprio. Alla bottega Luca Mezzini affianca dopo poco il sito web, la finestra sul mondo che gli permette di ottenere una commessa anche in Germania. “Il proprio sito web è una finestra sul mondo. Ti permette di essere trovato da committenti internazionali”.

Luca Mezzini

Scommettere su piattaforme multimediali arricchenti. Una mappa del made in Italy che ci circonda. Artigianato, enogastronomia, impresa. Michele Miotello è il fondatore di Typical.tv, un contenitore di eccellenze e tipicità locali. Un racconto in video delle imprese e prodotti tanto amati dai turisti. Una mappa geolocalizzata per dare valore al meglio del territorio e della tradizione italiana. “Il video incentrato sulla tipicità del made in Italy diventa un fattore differenziante per essere apprezzati all’estero”.

GIAMPAOLO COLLETTI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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