Il primo dicembre 2018, l’arresto di Meng Wanzhou all’aeroporto di Vancouver ha causato un’ondata di reazioni a livello mondiale, ma per la Cina rappresentò un segnale di allerta. Pechino comprese che la tecnologia era diventata un campo di battaglia geopolitico e che la propria indipendenza digitale era a rischio. Da quel momento, la necessità di sviluppare una filiera tecnologica autonoma è diventata non solo una strategia, ma un vero e proprio imperativo di sopravvivenza nazionale.
La risposta cinese all’arresto
La reazione della Cina non si è limitata a misure immediate, ma ha avviato un processo di ristrutturazione dell’intera industria dei semiconduttori. Huawei, un tempo focalizzata principalmente su reti 4G e 5G, ha iniziato a investire in modo massiccio in settori precedentemente trascurati, come la progettazione e produzione di chip per server e intelligenza artificiale.
HiSilicon, la sua divisione chip, si è trasformata in un centro di ricerca e sviluppo fondamentale per l’azienda.
Il nuovo ruolo di Huawei
Con l’intenzione di diventare il fulcro di un ecosistema tecnologico nazionale, Huawei ha iniziato a costruire una rete di fornitori interni, riducendo progressivamente la dipendenza da fornitori esteri. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti hanno spinto l’azienda a sviluppare una filiera di approvvigionamento che comprende ogni aspetto, dai materiali fondamentali ai software di progettazione.
Innovazioni significative e nuove strategie
Durante la China Hi-Tech Fair di Shenzhen, Huawei ha presentato i server CloudMatrix 384, equipaggiati con chip Ascend, progettati per l’addestramento di modelli avanzati di intelligenza artificiale. Questi sviluppi non solo dimostrano la capacità di calcolo della piattaforma, ma evidenziano anche l’approccio innovativo di Huawei, che punta a massimizzare le risorse disponibili e a creare un ecosistema di hardware e software interamente cinese.
Acquisizioni strategiche e ricerca
Le aziende associate a Huawei, come Hubble Technology Investment e HiSilicon, stanno emergendo come attori chiave nel panorama tecnologico, investendo in startup e settori di nicchia. Questo approccio ha permesso di costruire una rete integrata che mira a superare la dipendenza da tecnologie occidentali, promuovendo un modello di sviluppo nazionale.
I piani futuri della Cina nel settore microchip
La strategia di autonomia tecnologica è stata formalizzata nel 14° piano quinquennale, con l’obiettivo di creare un sistema di microchip completamente controllabile entro il 2030. Questo obiettivo implica che tutti i passaggi, dalla progettazione alla produzione, dovranno avvenire all’interno dei confini nazionali. Nonostante le sfide legate alla complessità dei processi produttivi, Huawei è ben posizionata per guidare questo ambizioso progetto.
Investimenti e sviluppo locale
La Cina sta investendo in modo significativo nella costruzione di fabbriche dedicate alla produzione di chip. Aziende come SMIC e Hua Hong stanno ampliando le loro capacità produttive, contribuendo a una transizione verso un controllo più diretto dell’intero ecosistema tecnologico. Questo cambiamento di paradigma è cruciale per lo sviluppo di un intelligenza artificiale che possa competere a livello globale.
Nonostante le sfide persistenti, come la mancanza di accesso a tecnologie avanzate di litografia, la Cina sta dimostrando di avere la determinazione e le risorse per reinventare il proprio approccio alla tecnologia. L’obiettivo finale è quello di diventare un attore indipendente nel mercato globale, capace di progettare e produrre hardware per l’intelligenza artificiale senza dover dipendere dalle tecnologie americane.

