La sostenibilità nel tech è diventata una tematica centrale negli ultimi anni, sollevando interrogativi sulla sua reale priorità per le aziende e sul rischio di trasformarsi in un mero strumento per attrarre investimenti.
I dati di crescita raccontano una storia diversa: le aziende che si concentrano sulla sostenibilità tendono a registrare un aumento del customer retention e una diminuzione del churn rate. Tuttavia, non basta dichiarare l’impegno verso la sostenibilità; è necessario dimostrarlo attraverso azioni concrete e misurabili.
Un esempio significativo è rappresentato da Patagonia, un brand che ha costruito la propria identità attorno alla sostenibilità. Questa azienda ha non solo visto un incremento del Lifetime Value (LTV) dei propri clienti, ma ha anche mantenuto contenuti i costi di acquisizione clienti (CAC) grazie alla sua solida reputazione.
Al contrario, molte startup hanno fallito nel tentativo di cavalcare l’onda della sostenibilità senza un piano di business solido. La loro burn rate è aumentata drasticamente e, senza un product-market fit (PMF), non sono riuscite a sopravvivere.
Le lezioni derivanti da questi esempi sono chiare: la sostenibilità deve essere integrata nel DNA dell’azienda, non può essere un elemento accessorio. Le aziende di successo investono in innovazione sostenibile e misurano i loro impatti in modo trasparente.
La sostenibilità nel tech rappresenta, quindi, non solo un trend, ma una necessità. Le aziende sono chiamate ad affrontare questa sfida con serietà e pianificazione. Takeaway azionabili: è fondamentale iniziare a misurare l’impatto ambientale, cercare opportunità per ridurre i costi operativi attraverso pratiche sostenibili e comunicare efficacemente i propri sforzi ai clienti.


