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La richiesta della Cbp per un nuovo sistema di riconoscimento facciale

La Customs and Border Protection americana cerca un sistema avanzato per il riconoscimento facciale nei veicoli.

Immagine del nuovo sistema di riconoscimento facciale della Cbp
Scopri il nuovo sistema di riconoscimento facciale proposto dalla Cbp.

Introduzione al riconoscimento facciale ai confini

La Customs and Border Protection (Cbp) degli Stati Uniti ha recentemente lanciato una richiesta per sviluppare un sistema di riconoscimento facciale in tempo reale, mirato a registrare ogni passeggero all’interno dei veicoli che attraversano il confine. Questo progetto, emerso da un documento ufficiale, rappresenta un passo significativo verso l’ampliamento delle capacità di sorveglianza dell’agenzia, già attiva in vari punti di ingresso nel paese.

Obiettivi e sfide del nuovo sistema

Attualmente, la Cbp utilizza un sistema di riconoscimento facciale che scatta foto ai viaggiatori al momento dell’ingresso, confrontando le immagini con i documenti di identità forniti. Tuttavia, l’agenzia ha riconosciuto che il sistema ha delle limitazioni, specialmente quando si tratta di veicoli con più passeggeri.

La richiesta di un nuovo strumento si basa sulla necessità di migliorare la qualità delle immagini e garantire che il 100% dei passeggeri venga registrato, affrontando le sfide legate al comportamento umano e agli ostacoli ambientali.

Risultati dei test e preoccupazioni etiche

Un documento ottenuto da Dave Maass, della Electronic Frontier Foundation, ha rivelato che il sistema attuale ha registrato solo il 76% dei passeggeri in un test condotto ai porti di ingresso. Di questi, solo l’81% ha soddisfatto i requisiti di convalida. Questi dati sollevano interrogativi sulla precisione del riconoscimento facciale e sulla possibilità di discriminazioni razziali o di genere. Maass ha sottolineato che non è chiaro se i problemi siano dovuti alle telecamere o al software stesso.

Il contesto della sorveglianza negli Stati Uniti

La richiesta della Cbp si inserisce in un contesto più ampio di sorveglianza che ha attraversato diverse amministrazioni. La difficoltà storica della Cbp nel raccogliere dati biometrici sui viaggiatori in uscita dal paese rende ancora più complesso il quadro. La recente rivelazione che l’agenzia Immigration and Customs Enforcement (Ice) ha affidato a Palantir un contratto per monitorare i rimpatri volontari evidenzia ulteriormente l’intensificazione della sorveglianza. Questo sistema, denominato ImmigrationOs, mira a fornire dati in tempo reale sui soggetti che si auto-espellono dagli Stati Uniti, sollevando interrogativi su come verranno gestiti e utilizzati questi dati.

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