Il 15 novembre segna un anno dall’arresto di Alberto Trentini, un cooperante italiano di 46 anni, attualmente recluso nel carcere di El Rodeo, nei pressi di Caracas. La madre di Alberto, Armanda Colusso, ha tenuto una conferenza stampa a Milano, esprimendo il suo dolore e la sua frustrazione per la mancanza di azioni concrete da parte del governo italiano.
Il dolore della famiglia
Durante l’incontro, Armanda ha raccontato come questo anno di detenzione abbia sottratto momenti preziosi da condividere in famiglia. Ha affermato: “Ad Alberto è stato tolto un anno di vita, in cui abbiamo vissuto notti insonni, immaginando come stesse e quali fossero le sue paure.” La madre ha sottolineato che la sua pazienza è ormai esaurita, chiedendo a gran voce che il governo si attivi per la liberazione del figlio.
Le condizioni di detenzione
Alberto è stato arrestato mentre lavorava con l’ong Humanity & Inclusion, dedicata ad aiutare persone con disabilità. I fatti sono questi: le condizioni nel carcere di El Rodeo sono estremamente difficili, con una gestione carceraria inadeguata. Armanda ha evidenziato come la detenzione di suo figlio non sia giustificata e presenti caratteristiche di detenzione politica.
La risposta del governo italiano
In un anno, Armanda ha avuto solo sporadici contatti con esponenti del governo, tra cui tre brevi telefonate con la premier Giorgia Meloni. Tuttavia, la madre ha espresso il suo disappunto per l’assenza di un’azione coordinata e decisa per il rilascio di Alberto. Ha chiesto: “Se fosse stato un loro figlio, l’avrebbero lasciato in prigione per un anno?”, evidenziando l’immobilismo delle istituzioni.
Appelli pubblici e mobilitazione
Durante la conferenza stampa, erano presenti anche i familiari di altre vittime, come Giulio Regeni e Andrea Rocchelli, a dimostrazione di una solidarietà collettiva. Armanda ha esortato i giornalisti a mantenere viva l’attenzione su Alberto: “Solo una forte pressione mediatica può convincere chi ha il potere a intervenire”.
Interventi diplomatici e speranze future
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che il governo sta lavorando per la liberazione di tutti i detenuti italiani in Venezuela, inclusi coloro che sono considerati prigionieri politici. Ha affermato che l’azione diplomatica è in corso, ma ha anche avvertito che la situazione internazionale attuale complica ulteriormente le trattative.
Il ruolo delle organizzazioni e del Vaticano
Oltre agli sforzi governativi, l’avvocato di famiglia, Alessandra Ballerini, ha evidenziato la necessità di un’azione unita e coordinata da parte di tutte le parti coinvolte.
Anche il Vaticano si è attivato per sostenere la causa, con il Patriarca di Venezia che ha partecipato a iniziative di digiuno per Alberto, sottolineando l’importanza della comunità nel richiedere giustizia.
La storia di Alberto Trentini rappresenta una sfida per il sistema politico e giuridico italiano. La madre chiede che si agisca con urgenza affinché il suo appello non venga dimenticato e si possa riportare a casa un figlio che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri.


