Quando ho deciso di guardare La guerra dei mondi su Amazon Prime Video, mi sono ritrovata a ripetere a me stessa: “Ci siamo!”. Nonostante le recensioni a dir poco disastrose, la curiosità ha avuto la meglio, portandomi a esplorare un film che ha scatenato dibattiti e critiche. Diretto da Rich Lee, questo remake si distacca dall’originale del 1953, e lo fa attraverso l’alternativa prospettiva delle riunioni online e dei video di sorveglianza. La storia segue William Radford, un analista dell’antiterrorismo, interpretato da Ice Cube, in una corsa contro il tempo per salvare la sua famiglia e, in ultima analisi, gli Stati Uniti da cyborg alieni assetati di dati.
Un punteggio disastroso e un’analisi profonda
Il film ha ottenuto un 3% su Rotten Tomatoes, un dato che, per quanto possa sembrare sorprendente, rappresenta un miglioramento rispetto all’0% iniziale.
Ma cosa significa davvero questo punteggio? Non è solo un numero, ma riflette le aspettative elevate che un remake di un classico come La guerra dei mondi deve affrontare. L’originale, con il suo 89%, ha fissato standard inarrivabili. Eppure, questo film tenta di inserirsi in un contesto moderno, utilizzando la lente di Microsoft Teams, il che ha portato a una serie di problematiche tecniche e narrative che hanno lasciato il pubblico perplesso.
Ma ti sei mai chiesto se la trama abbia davvero senso? Infatti, presenta buchi evidenti. In un mondo in cui gli alieni distruggono i satelliti e causano il caos, come può il protagonista accedere a tecnologie avanzate senza alcuna spiegazione? La chiusura ermetica dell’ufficio di Radford diventa quasi comica quando, miracolosamente, riesce a hackerare i server nel seminterrato.
E quel drone Prime Air che schiva distruzioni apocalittiche per consegnare una chiavetta salvatutto? Sembra che la logica sia stata sacrificata per il bene della narrazione.
Un film pieno di pubblicità travestita da critica
Ma il problema non finisce qui. La guerra dei mondi non ha semplicemente un problema di trama, ma anche di messaggi. La pellicola critica la sorveglianza governativa, ma non fa cenno al ruolo cruciale delle aziende tecnologiche nel monitoraggio dei cittadini. Ti sei mai chiesto dove sta la vera critica? Il personaggio di Radford, in un momento di crisi, utilizza un software di sorveglianza per controllare una Tesla, evidenziando l’ironia di una critica che sembra colpire solo il governo. La presenza del programma governativo segreto Goliath, che sottrae le conversazioni private degli americani, appare come un tentativo di distogliere l’attenzione dalle reali minacce rappresentate dai giganti tecnologici.
Inoltre, la promozione di marchi come Amazon e Microsoft è così evidente da trasformare alcune scene in veri e propri spot pubblicitari. Ti immagini la figlia di Radford, Faith, in un momento di emergenza, che si affida al fidanzato fattorino di Amazon per creare un laccio emostatico? E quel senzatetto che ripara un drone in cambio di una carta regalo da mille dollari? Questi momenti, seppur comici, sollevano interrogativi sulla reale intenzione del film. Stiamo assistendo a una critica o a un elogio delle corporazioni tecnologiche?
Conclusioni e riflessioni finali
Se c’è un aspetto positivo in questo remake, è il tentativo di portare un classico nel contesto contemporaneo. Tuttavia, il coraggio di affrontare temi complessi sembra svanire nel momento in cui il film privilegia l’intrattenimento a scapito di un messaggio coerente. La demonizzazione della sorveglianza governativa, mentre si presenta l’industria tech come vittima, finisce per annacquare il messaggio originale. La guerra dei mondi diventa così un lungo spot pubblicitario, piuttosto che un’opera di riflessione. Che si tratti di un fallimento o di un’opportunità, questo film rimane un argomento di discussione che sollecita il pubblico a considerare il ruolo della tecnologia nella nostra vita quotidiana.