La formula a tre zeri del papà del microcredito per reinventare l’economia sociale

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In uno dei fine settimana più estivi e controversi nella storia dell’Europa contemporanea, un viaggio in treno diviene un momento di riflessione – quasi catartico – per la freschezza di pensieri “condizionati” che aiutano a stemperare le alte temperatura del momento.

Seduti in carrozza, l’alternarsi del paesaggio, la prospettiva, i colori della terra che si fonde con l’ingegno dell’uomo, diventano un invito naturale per un pensiero lungo, proiettato in un futuro, ormai presente per tutti quanti noi. E così se a tutti capita il divagar in treno, di certo non è così consueto intrattenersi in un Frecciarossa con un personaggio che la storia l’ha scritta cambiando, con determinazione, i paradigmi economici del proprio Paese: si tratta di Muhammad Yunus che, in occasione del Social Enterprise World Forum e grazie alla collaborazione di Ferrovie dello Stato Italiane con la Fondazione ItaliaCamp, abbiamo avuto il piacere di incontrare sabato 4 luglio tra Milano e Napoli.

Un giovane adulto, il professor Yunus, che a 75 anni vive con slancio uno dei tanti treni della vita, con uno sguardo rampante che esprime giovinezza e soprattutto la convinzione di sempre: eliminare la povertà dalla faccia della terra.

In periodo di Ramadan (nè cibo, nè acqua per lui) Yunus incontra ad oltranza per più di 3 ore più di 50 giovani imprenditori sociali selezionati dal Social Enterprise World Forum 2015, fornendo loro consigli, ispirazioni e messaggi per i loro modelli attuali e futuri di impresa.

Parlandoci e osservandolo per qualche istante si ha l’impressione che proprio i giovani imprenditori siano lo specchio riflesso della sua giovinezza, la sua primaria fonte di energia, e così snocciola qualche pillola di sana e reale saggezza la cui traduzione è rimessa alla sensibilità dei cuori e dell’intelletto “thinking yourself like a job creator not like a job seeker”, sottolineando come il social business sia “something to resolve the problem, not to have money comes back”.

Sembra che il premio Nobel abbia aspettato di registrare, dallo sguardo fuori dal finestrino, la forza delle tradizioni partenopee per lanciare la sua terna vincente “zero poverty, zero unemployment, zero carbon emissions”. Aggiungendo così una nuova dicitura nella smorfia napoletana: “The stock market needs to change from one indicator to three index or profit will still dominate”.

E così, giunti al capolinea nella stazione di Napoli, la chiosa è dedicata a tutti i giovani partecipanti: “When you put together the power of youth and power of technology, it becomes explosive power”.

Il dado è tratto, e con l’alta velocità, sinonimo della nuova economia delle connessioni, ritorniamo a Milano per il prossimo appuntamento previsto in EXPO per il 10 e l’11 luglio in cui si terrà la quinta Assemblea di ItaliaCamp.

In quella occasione inauguriamo il Vivaio delle Idee di Padiglione Italia, con cui sosterremo la nascita delle Città delle soluzioni in Italia e tradurre l’Impact Investing per lo sviluppo di nuove politiche di rigenerazione urbana.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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