La missione della sonda spaziale Juice dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si appresta a compiere un passo significativo nel mondo dell’astronomia. Questa sonda, nota come Jupiter Icy Moons Explorer, è programmata per eseguire osservazioni della cometa interstellare 3I/ATLAS nel novembre 2026. Questa cometa è particolarmente interessante non solo per la sua origine interstellare, ma anche per il potenziale di apprendere di più sulla sua composizione chimica.
Le informazioni raccolte dalla sonda saranno cruciali per approfondire la nostra comprensione di questo enigmatico corpo celeste. I dati, però, non saranno disponibili immediatamente e si prevede che vengano scaricati solo nel febbraio 2026, dando così agli scienziati il tempo di analizzarli e interpretarli.
La cometa 3I/ATLAS e la sua classificazione
Recentemente, la cometa 3I/ATLAS ha attirato l’attenzione della comunità scientifica non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua classificazione come oggetto potenzialmente pericoloso per la Terra.
Questo annuncio è stato fatto dal Minor Planet Center, che ha avviato una nuova campagna di monitoraggio in collaborazione con l’International Asteroid Warning Network (IAWN). Questa rete internazionale si occupa di rilevare e caratterizzare gli asteroidi e altri oggetti vicini alla Terra, e la cometa 3I/ATLAS è la prima del suo genere a essere monitorata in questo modo.
La missione di difesa planetaria
Il coinvolgimento dell’IAWN rappresenta un passo importante nella difesa planetaria. Gli astronomi di tutto il mondo stanno collaborando per garantire che gli oggetti potenzialmente pericolosi siano identificati e monitorati, riducendo così il rischio di impatti sulla Terra. La sorveglianza della cometa 3I/ATLAS è un esempio di come la comunità scientifica si unisca per affrontare le minacce cosmiche.
Attività sorprendente di 3I/ATLAS
Una delle scoperte più affascinanti riguardanti 3I/ATLAS è stata la sua sorprendente attività, che si è rivelata superiore alle aspettative. Recenti studi hanno rilevato la presenza di idrossile (OH), una molecola indicativa della presenza di acqua. Questo processo di evaporazione avviene a un tasso impressionante di circa quaranta chilogrammi al secondo, un fenomeno raro per le comete che si trovano a una distanza simile dal Sole.
Il ruolo delle radiazioni solari
La formazione dell’idrossile avviene quando le molecole d’acqua si disgregano a causa della radiazione ultravioletta emessa dal Sole. Questa radiazione è potentemente nociva per le comete, che non possiedono la protezione atmosferica che abbiamo sulla Terra. A una distanza dal Sole pari a circa tre volte quella terrestre, normalmente ci si aspetterebbe che le comete non mostrassero segni di attività.
Tuttavia, 3I/ATLAS emette un segnale ultravioletto significativo, suggerendo che qualcosa di unico stia accadendo nella sua struttura.
Conclusioni e prospettive future
La missione di osservazione della cometa 3I/ATLAS rappresenta un’opportunità senza precedenti per approfondire la conoscenza della chimica dei corpi celesti. Ogni cometa interstellare scoperta finora ha sorpreso gli scienziati, e 3I/ATLAS non fa eccezione. Con la sua attività inaspettata, questa cometa offre un’opportunità unica di collegare la chimica dell’acqua a quella di un altro sistema planetario, suggerendo che gli ingredienti per la vita potrebbero non essere esclusivi del nostro sistema solare.
Attualmente, 3I/ATLAS non è visibile, ma si prevede che tornerà a essere osservabile intorno a metà novembre, quando gli scienziati potranno studiare nuovamente la sua attività man mano che si avvicina al Sole. Questa nuova fase della missione promette di rivelare ulteriori segreti su questo straordinario visitatore cosmico.


