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Israele esclude l’Onu dalla gestione degli aiuti a Gaza

La Gaza Humanitarian Foundation diventa l'unico canale per gli aiuti nella Striscia.

Israele rifiuta l'Onu per aiuti umanitari a Gaza
Israele decide di escludere l'Onu dalla gestione degli aiuti a Gaza, suscitando polemiche internazionali.

Il cambiamento nella distribuzione degli aiuti umanitari

Israele ha recentemente annunciato una decisione significativa riguardo alla gestione degli aiuti umanitari a Gaza, escludendo l’Onu e affidando il controllo a una nuova entità, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Questa fondazione, di recente costituzione e con una struttura poco trasparente, diventerà l’unico canale autorizzato per l’ingresso di cibo e medicinali nella Striscia entro la fine di maggio. La scelta del governo Netanyahu, sostenuta dall’amministrazione Trump, segna una rottura con il sistema attuale che ha visto l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, gestire gli aiuti per decenni.

Le conseguenze della crisi alimentare a Gaza

La situazione a Gaza è drammatica, con una grave crisi alimentare in corso.

Dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023, i flussi di aiuti sono stati drasticamente ridotti, passando da circa 600 camion al giorno a quasi nessun aiuto durante il blocco totale imposto tra marzo e maggio 2025. Questo ha aggravato ulteriormente una crisi già seria, con la popolazione che affronta difficoltà crescenti nell’accesso a cibo e medicine. Solo recentemente, sotto pressione degli Stati Uniti, sono stati autorizzati alcuni camion di aiuti, ma circa tremila rimangono bloccati ai confini.

La Ghf e le sue ambiguità

La Ghf, registrata in Svizzera e guidata da Jake Wood, un ex Marine, ha suscitato interrogativi sulla sua competenza e sulla sua reale capacità di gestire un’operazione così complessa in un contesto di guerra attiva.

Le accuse mosse a gennaio 2024, secondo cui l’Unrwa sarebbe stata infiltrata da membri di Hamas, hanno giustificato il cambiamento, ma i critici avvertono che questa nuova configurazione potrebbe consentire a Israele di esercitare un controllo diretto sugli aiuti, escludendo la supervisione di osservatori internazionali indipendenti.

Inoltre, la Ghf ha cercato di accreditarsi a livello internazionale, rivendicando collaborazioni con figure di rilievo come Nate Mook e Tony Blair, entrambi però hanno smentito qualsiasi coinvolgimento, sollevando ulteriori dubbi sulla legittimità dell’organizzazione. Con la Ghf che dovrebbe iniziare a operare a breve, la mancanza di finanziamenti certi e le ambiguità riguardanti la sua struttura e operatività pongono interrogativi sulla fattibilità del progetto e sulla reale capacità di rispondere alle necessità della popolazione di Gaza.

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