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Internazionalizzazione dell’impresa: le cose che devi sapere prima di farlo!

L’internazionalizzazione di un’impresa richiede un’attenta progettazione del trasferimento del proprio marchio e dell’apertura di eventuali punti vendita all’estero.

Espandersi all’estero: tutto ciò da considerare prima di partire

Per evitare che possano sussistere problemi sia a livello di marketing sia a livello fiscale.

In alcuni casi, l’internazionalizzazione del brand può richiedere anche alcuni cambiamenti al proprio marchio, come introduzione di prodotti o servizi pensati per quello specifico paese di destinazione, cambio del nome (infatti alcuni brand che avevano nomi che nel paese estero avevano un significato “offensivo” o “impronunciabile” hanno scelto di cambiare anche il loro nome), verifica delle leggi del paese di riferimento.

Insomma, aprire all’estero non è così semplice come si può pensare ma richiede un approccio professionale, attento e pianificato. Ecco, dunque, alcuni consigli che ti aiuteranno a studiare con attenzione un eventuale piano di internazionalizzazione del marchio.

Individuare il mercato giusto

Uno dei primi studi da fare è sicuramente legato alla ricerca di mercato per capire se un prodotto lo può penetrare in modo corretto e se è possibile inserirsi in un clima favorevole e con un target disposto ad acquistare i prodotti proposti.

Un prodotto di eccellenza italiana può suscitare entusiasmo in una nazione e passare inosservato in un’altra. La scelta deve poggiare su dati concreti: potere d’acquisto, interesse verso la tipologia di bene o servizio, sensibilità culturale al prodotto che si propone, presenza di concorrenti diretti.

Un’analisi delle abitudini di consumo locali, delle modalità di acquisto preferite e del posizionamento dei competitor aiuta a capire se l’investimento ha basi solide.

Costruire un’immagine credibile all’estero

L’azienda non arriva in un nuovo mercato come pagina bianca: chiunque vorrà acquistare, collaborare o distribuire cercherà informazioni online. E se ciò che trova è frammentario, tradotto in modo approssimativo o disallineato alle aspettative locali, la fiducia si sgretola.

La comunicazione digitale deve essere sviluppata nella lingua madre del Paese di destinazione e rispettare i codici culturali, dalle immagini ai riferimenti testuali. La cura di questi aspetti, unita alla presenza su piattaforme locali e all’ottimizzazione mirata, crea un primo contatto solido e professionale.

Produrre contenuti che parlino la lingua del cliente

Tradurre non basta. Un testo che funziona in italiano può risultare artificioso o privo di appeal se reso parola per parola. Bisogna ripensare il messaggio in funzione del pubblico di arrivo, integrando elementi che abbiano un valore specifico per quella cultura. Articoli, video, guide e materiali informativi dovrebbero nascere con l’obiettivo di posizionare l’azienda come interlocutore autorevole, adattandosi ai canali e ai formati preferiti dai consumatori locali.

Presenza commerciale radicata sul territorio

Avere un referente diretto nel Paese di destinazione è spesso la soluzione migliore per riuscire a superare diffidenze e le barriere linguistiche. Un team commerciale o un agente locale conosce il mercato, sa come presentare il prodotto e può intervenire rapidamente in caso di trattative complesse. La formazione di queste figure deve essere accurata: conoscere in profondità l’offerta aziendale è indispensabile per trasmettere affidabilità.

Gestire con competenza gli aspetti legali e fiscali

La contrattualistica internazionale e la fiscalità transnazionale richiedono conoscenze specifiche. Ecco perché è necessario sempre chiedere il supporto di un avvocato fiscale che possa gestire le imposte, tutelare il marchio, fornirti i giusti consigli per lavorare in modo corretto e senza problemi all’interno del paese.

Collaborazioni strategiche

Una rete di alleanze può accelerare l’ingresso e rafforzare la posizione competitiva. Che si tratti di distributori esclusivi, di partner industriali o di figure pubbliche in grado di rappresentare il brand, la scelta deve basarsi sulla compatibilità di valori e obiettivi. Una partnership efficace è un investimento a lungo termine, non un accordo estemporaneo.

Adeguare prodotto e servizio al nuovo contesto

Quello che funziona in Italia può non corrispondere alle aspettative di un cliente straniero. Potrebbero essere necessari cambiamenti nel design, nei materiali, nel confezionamento o persino nella formula di vendita. In alcuni mercati, il prezzo è un fattore di ingresso decisivo; in altri, conta soprattutto la qualità percepita o la storia che accompagna il prodotto. Un’analisi approfondita evita errori di posizionamento.

Pianificare le risorse economiche

L’internazionalizzazione non è un’operazione a costo zero. Oltre alle spese per la logistica e la distribuzione, bisogna considerare investimenti in comunicazione, partecipazione a eventi, consulenze legali e fiscali, adattamenti produttivi. Avere un piano finanziario realistico, con margini per eventuali imprevisti, consente di affrontare il processo senza compromessi sulla qualità.

Rispettare leggi e regolamenti locali

Ogni mercato ha regole proprie: normative doganali, standard di sicurezza, obblighi di etichettatura, licenze commerciali. Ignorare anche un solo requisito può comportare blocchi alle dogane, sanzioni o ritardi. Una mappatura preventiva delle normative applicabili riduce i rischi e dimostra serietà agli occhi di partner e istituzioni locali.

Sfruttare occasioni di incontro diretto

Partecipare a fiere, saloni e manifestazioni di settore nel paese di arrivo permette di presentare il prodotto dal vivo, raccogliere reazioni immediate e instaurare rapporti personali con potenziali clienti o distributori. Questi momenti, oltre a generare contatti commerciali, offrono spunti per affinare la strategia di comunicazione e il posizionamento sul mercato. Internazionalizzare significa integrare la propria impresa in un contesto nuovo, spesso con dinamiche diverse e imprevedibili.

Non esiste una formula unica: ogni Paese richiede un approccio su misura, capace di coniugare la solidità dell’identità aziendale con la flessibilità necessaria per incontrare gusti e regole differenti.

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