Intelligenza artificiale: il Garante Privacy apre un’indagine sulla raccolta di dati personali

L’addestramento dell’intelligenza artificiale è avvenuto anche tramite l’uso di dati personali ottenuti senza consenso.

Garante Privacy apre un'indagine sull'intelligenza artificiale

L’addestramento dell’intelligenza artificiale è avvenuto anche tramite l’uso di dati personali ottenuti senza consenso. Per questo il Garante Privacy ha deciso di aprire un’indagine.

Intelligenza artificiale: il Garante Privacy apre un’indagine sulla raccolta di dati personali

L’addestramento degli algoritmi dell’intelligenza artificiale è avvenuto anche tramite l’uso dei dati personali recuperati online senza consenso, spesso a causa delle scarse misure di sicurezza di siti e piattaforme. Per contrastare questo fenomeno, il Garante Privacy ha avviato un’indagine conoscitiva sull’effettiva adozione di misure di sicurezza adeguate per impedire il webscraping. L’azione del Garante è in linea con le disposizioni del Digital Services Act europeo (Dsa), che impongono di fornire agli utenti un maggiore controllo e una maggiore sicurezza per quanto riguarda i loro dati personali e il modo in cui vengono utilizzati.

L’azione di tutela del regolamento ha portato anche Meta a permettere ai propri utenti di scegliere se includere le proprie informazioni nell’addestramento della sua intelligenza artificiale oppure no. Il compito del Garante è capire se Meta e le altre piattaforme hanno adottato misure di sicurezza adeguate per impedire la raccolta di dati personali da parte di soggetti terzi o se stanno realmente mantenendo le promesse. L’indagine riguarda tutti i soggetti pubblici e privati “operanti quali titolari del trattamento, stabiliti in Italia o che offrono in Italia servizi, che mettono a disposizione on-line dati personali liberamente accessibili” anche dai produttori di algoritmi di intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale: l’indagine per impedire il webscraping

Molte piattaforme di intelligenza artificiale usano il webscraping per raccogliere enormi quantità di dati personali pubblicati per specifiche finalità, “come cronaca, trasparenza amministrativa o altro”, sia nei siti pubblici che privati, per usarli in modi diversi e addestrare i propri algoritmi.

Il Garante ha rivolto “un invito alle associazioni di categoria interessate, alle associazioni di consumatori, ad esperti e rappresentanti del mondo accademico affinché facciano pervenire i loro commenti e contributi sulle misure di sicurezza adottate e adottabili contro la raccolta massiva di dati personali a fini di addestramento degli algoritmi, all’indirizzo [email protected], entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso di consultazione sul sito dell’Autorità”. Una volta conclusa l’indagine si riserverà di adottare, anche in via d’urgenza, tutti i provvedimenti necessari contro chi non avrà applicato delle misure di sicurezza adeguate.

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Scritto da Chiara Nava

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