In un mondo in cui la pubblicità online rappresenta il cuore pulsante del commercio, si segnala un crescente interesse da parte della FTC (Federal Trade Commission) degli Stati Uniti nei confronti di due giganti del settore: Amazon e Google. Le recenti indagini hanno sollevato interrogativi critici riguardo alla trasparenza delle loro pratiche pubblicitarie, generando incertezze tra inserzionisti e utenti.
Le accuse contro Google
Secondo fonti di Bloomberg, Google è accusata di non aver fornito informazioni complete riguardo ai termini e ai prezzi per l’acquisto di annunci. La FTC sta anche indagando su come l’azienda stabilisca i suoi prezzi e se questi siano aumentati senza preavviso per gli inserzionisti. Ciò comporta il rischio per le aziende che investono in campagne pubblicitarie, scoprendo solo in un secondo momento l’aumento dei costi senza alcuna spiegazione.
Le inserzioni di Google vengono vendute tramite aste automatizzate che si svolgono in tempo reale, in meno di un secondo, subito dopo che un utente effettua una ricerca. Sebbene questo processo sia altamente efficiente, esso solleva preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla correttezza delle informazioni fornite agli inserzionisti.
Amazon e i prezzi di riserva
La FTC ha esteso la sua attenzione anche a Amazon, in particolare per quanto riguarda i prezzi di riserva, ovvero i costi minimi che gli inserzionisti devono rispettare per pubblicare i propri annunci. Questa pratica potrebbe risultare ingannevole, poiché gli inserzionisti potrebbero non essere a conoscenza di tutti i costi associati prima di effettuare una decisione di acquisto.
Entrambe le aziende non hanno rilasciato commenti ufficiali in merito alle indagini, ma è evidente che la pressione su di esse sta aumentando.
Amazon è già stata accusata di utilizzare design ingannevoli per spingere gli utenti a sottoscrivere abbonamenti, il che ha portato a un’inchiesta separata in partenza a fine mese.
Implicazioni più ampie e futuro incerto
Le indagini della FTC non si concentrano esclusivamente su queste pratiche. Sia Amazon che Google sono già sotto scrutinio per ulteriori questioni legate alla concorrenza e alle pratiche commerciali. Ad esempio, la FTC ha accusato Amazon di ostacolare la cancellazione dell’abbonamento Prime, con un processo previsto per i primi mesi del 2027. Nel frattempo, Google è stata già etichettata come monopolista nel mercato della pubblicità online, e potrebbe dover affrontare la vendita di parti significative della sua attività.
Il 22 settembre rappresenterà l’inizio di un nuovo capitolo per Google, con l’avvio del processo sui rimedi per le sue pratiche monopolistiche.
La multa di 2,95 miliardi di euro inflitta all’azienda in Europa è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso.
In un’epoca in cui la trasparenza e l’etica commerciale sono di fondamentale importanza, queste indagini potrebbero ridefinire il panorama della pubblicità online. La situazione è in continua evoluzione e le conseguenze potrebbero rivelarsi significative per tutti gli attori coinvolti.