Il traguardo della crisopea moderna
Recentemente, gli scienziati del CERN di Ginevra hanno compiuto un’impresa che sembrava appartenere solo ai sogni degli alchimisti medievali: la trasmutazione del piombo in oro. Utilizzando il Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle più grande del mondo, con una circonferenza di 27 chilometri, i ricercatori sono riusciti a trasformare il piombo in oro, sebbene in quantità infinitesimali che si sono dissipate in un batter d’occhio.
La scienza dietro la trasmutazione
La trasmutazione dei metalli in oro, nota come crisopea, ha affascinato gli alchimisti per secoli. Inizialmente, si pensava che il piombo, con una densità simile all’oro, potesse essere trasformato in quest’ultimo. Tuttavia, la scienza moderna ha chiarito che piombo e oro sono elementi chimici distinti, e i metodi chimici tradizionali non possono realizzare tale trasformazione.
Gli scienziati del CERN, attraverso il rilevatore ALICE (A Large Ion Collider Experiment), hanno misurato la trasmutazione del piombo in oro, sfruttando le collisioni ad altissima energia tra nuclei di piombo nel LHC.
Il processo di trasmutazione
Durante le collisioni, i nuclei di piombo, accelerati a velocità prossime a quella della luce (il 99,999993% della velocità della luce), generano intensi campi elettromagnetici. Questi campi possono indurre interazioni tra fotoni e nuclei, portando alla creazione di nuovi nuclei. In particolare, il piombo, che ha un numero atomico di 82, può perdere tre protoni per diventare oro, che ha un numero atomico di 79. ALICE ha registrato la trasmutazione di circa 89.000 nuclei di piombo al secondo, creando un totale di 86 miliardi di nuclei di oro in quattro esperimenti dal 2015 ad oggi.
Quantità e durata dell’oro creato
Nonostante il numero impressionante di nuclei di oro creati, la quantità totale è di appena 29 picogrammi, una cifra infinitesimale rispetto a quella necessaria per realizzare anche un semplice gioiello. Inoltre, i nuclei di oro prodotti sono esistiti solo per pochi microsecondi, prima di dissolversi in protoni, neutroni e altre particelle. Questo significa che, sebbene il sogno degli alchimisti si sia avverato, la possibilità di arricchirsi attraverso questa scoperta rimane un’illusione.