La viralità dei contenuti sui social media è un fenomeno che suscita sempre maggiore interesse. Comprendere le dinamiche alla base di questo fenomeno è diventato fondamentale per chiunque desideri farsi notare online. La buona notizia è che il successo non dipende solo dalla fortuna, ma da strategie ben definite. Secondo David Dubois, esperto di comunicazione digitale, esistono metodi precisi per costruire contenuti che non solo attirano l’attenzione, ma la mantengono nel tempo. Si approfondirà il modello Spread, un approccio che può rivoluzionare la concezione di social media marketing.
Il modello Spread: cosa c’è dietro il successo virale?
Il modello Spread, presentato sulla rinomata Harvard Business Review, si basa su sei dimensioni chiave che determinano il successo di un contenuto. La premessa fondamentale è che, per essere condivisi, i contenuti devono possedere un valore aggiunto.
Di seguito si analizzano queste sei dimensioni:
- Sensibilità sociale: condividere contenuti rappresenta un atto che riflette la nostra identità. Se un post tocca valori condivisi o suscita empatia, ha maggiori probabilità di essere rilanciato. Un esempio significativo è la campagnaCost of Beautydi Dove, che ha colpito profondamente il pubblico, facendolo sentire parte di un messaggio più ampio.
- Provocazione: contenuti provocatori stimolano dibattiti e discussioni. È importante tuttavia evitare la superficialità. Patagonia, con il suo celebre sloganDon’t Buy This Jacket, ha saputo sovvertire le aspettative, mentre altri, come Apple con il suo spotCrush, hanno incontrato difficoltà.
- Replicabilità: la facilità con cui gli utenti possono replicare il contenuto è cruciale. Memes e sfide virali, come quella di Heinz che invitava a “disegnare il ketchup”, hanno dimostrato di generare contenuti spontanei e coinvolgenti.
- Distributività: il contenuto deve essere progettato per viaggiare tra le diverse piattaforme. Un esempio efficace è la campagna di Barbie, che ha utilizzato hashtag strategici per invadere i feed globali.
- Emotività: i contenuti che evocano emozioni forti – come nostalgia, gioia o sorpresa – risultano più coinvolgenti. Un messaggio che riesce a toccare il cuore ha maggiori probabilità di essere condiviso.
- Ambiguità: è utile lasciare spazio all’interpretazione. I contenuti che stimolano curiosità e mistero incentivano il dialogo e mantengono alto l’interesse degli utenti.
Queste sei dimensioni possono aiutare a prevedere il potenziale di condivisione di un contenuto. La chiave è creare qualcosa che non solo catturi l’attenzione, ma che sia anche in grado di viaggiare e rimanere impresso nella memoria collettiva.
Il potere del linguaggio emozionale
Uno studio condotto dal Keller Center for Research ha dimostrato che i testi capaci di attivare emozioni forti, come ansia o entusiasmo, riescono a mantenere l’attenzione degli utenti per periodi più lunghi. Inoltre, quando un contenuto è redatto in modo chiaro e diretto, l’effetto emozionale si amplifica. Pertanto, l’emozione da sola non è sufficiente; è essenziale rendere il messaggio facilmente comprensibile.
È fondamentale produrre video o post che non solo raccontano una storia, ma la fanno vivere intensamente. La dimensione numero quattro è cruciale: il contenuto deve essere progettato per essere condiviso, non solo creato. I migliori contenuti si adattano a diverse piattaforme, da TikTok a Instagram, e utilizzano formati che stimolano l’interazione.
Conclusione: la strategia per il successo
Dubois non propone una formula magica per ottenere viralità, ma un approccio metodico per strutturare il processo creativo. In un contesto in cui ogni brand funge anche da media, saper produrre contenuti che si diffondono diventa una necessità strategica. Seguendo queste sei dimensioni, è possibile sviluppare contenuti che non solo attraggono l’attenzione, ma che rimangono impressi nella mente delle persone. Questa è un’opportunità per trasformare la comunicazione social in modo efficace.


