Origine del mito dei 10mila passi
Negli anni ’60, un’azienda giapponese, la Yamasa, lanciò il primo pedometro indossabile, chiamato manpo-kei, che significa “contatore dei 10mila passi”. Questo nome, pur essendo un’astuta mossa di marketing, non aveva basi scientifiche solide. Tuttavia, la popolarità del dispositivo portò a una crescente convinzione che 10mila passi al giorno fossero la soglia ideale per considerarsi attivi. La situazione si complicò ulteriormente quando il dottor Yoshiro Hatano, ricercatore giapponese, condusse uno studio che sembrava confermare questa cifra, suggerendo che un giapponese sedentario compie circa 3.500-5.000 passi al giorno, mentre un camminatore attivo raggiungeva tra i 9.500 e i 12mila passi.
La diffusione del mito a livello globale
Con il passare degli anni, il mito dei 10mila passi si diffuse a livello globale, sostenuto da istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’American Heart Foundation.
Queste organizzazioni iniziarono a raccomandare i 10mila passi come un obiettivo di salute, senza però fornire evidenze scientifiche concrete a sostegno di questa cifra. La mancanza di consenso tra gli esperti di salute ha portato a una crescente insoddisfazione, culminata in dichiarazioni pubbliche che mettevano in dubbio l’efficacia di tale raccomandazione.
La verità dietro i numeri
Recenti studi hanno messo in discussione l’idea che 10mila passi siano un obiettivo universale. Secondo Catrine Tudor-Locke, esperta di salute pubblica, i risultati degli studi sono spesso fraintesi. Non esiste una misura unica per tutti; ciò che è utile per una persona potrebbe non esserlo per un’altra. Ad esempio, per le persone anziane o sedentari, 10mila passi possono risultare eccessivi e persino dannosi.
Inoltre, il numero di passi non è direttamente correlato al consumo calorico o ai benefici per la salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda invece di concentrarsi sui minuti di attività fisica, suggerendo almeno 150 minuti a settimana di esercizio moderato, piuttosto che fissarsi su un numero arbitrario di passi.