Nel 2011, il governo britannico si lanciò in un’ambiziosa iniziativa: la strategia cloud, progettata per rivoluzionare il settore pubblico, ridurre i costi e promuovere l’innovazione. Ma quattordici anni dopo, quel sogno è diventato un incubo. La realtà è che il mercato del cloud è stato distorto da un duopolio che ha soffocato la concorrenza e ha intrappolato le organizzazioni pubbliche in contratti onerosi. Scopriamo insieme come siamo arrivati a questo punto e quali potrebbero essere le soluzioni.
Il sogno di un ecosistema aperto
La strategia del governo prometteva un futuro di apertura e flessibilità, con accesso facile e competitivo a una varietà di fornitori. L’obiettivo era creare un ambiente dove le piccole e medie imprese potessero prosperare, garantendo così un valore reale per i contribuenti.
Tuttavia, ciò che è emerso è un mercato bloccato, dove meno dell’1% dei clienti cambia fornitore ogni anno. Ma perché accade tutto questo?
Il sistema attuale è costruito su barriere nascoste: costi di uscita elevati, commissioni poco chiare e contratti vincolanti. Una volta che un ente pubblico sceglie un fornitore, è come entrare in un labirinto senza uscita. Ogni tentativo di cambiamento è ostacolato da spese che rendono il passaggio praticamente impossibile. Questa non è solo inefficienza di mercato: è intrappolamento economico.
Prendiamo, ad esempio, l’ultima mossa di Microsoft, che ha aumentato i prezzi di Office 365 del 41,6%, giustificando l’aumento con l’aggiunta di nuove funzionalità AI. Ecco il colpo di scena: i clienti possono evitare questo salasso scegliendo un abbonamento “Classico”, un’informazione che Microsoft ha sapientemente nascosto.
Questo non è creare valore, ma estrarre valore a scapito dei clienti.
Una concorrenza soffocata
L’attuale monopolio non solo limita le scelte, ma mina anche l’ambizione del governo britannico di diventare un leader nel campo dell’AI. Con l’aumento della domanda per infrastrutture cloud ad alte prestazioni, affidarsi a pochi fornitori dominanti significa concentrare capacità e innovazione nelle mani di pochi. Questo stato di cose non solo aumenta i costi, ma crea anche dipendenze sistemiche che non sono compatibili con un ecosistema AI competitivo e sicuro.
Microsoft ha recentemente registrato un aumento del 17% delle entrate, mentre AWS ha visto un incremento del 30,6% nei profitti trimestrali. Questi numeri non provengono da un mercato competitivo, ma da una dominanza schiacciante.
Stiamo assistendo non a una trasformazione del cloud, ma a un’estrazione di valore mascherata da innovazione.
La strategia del 2011, invece di portare a risparmi significativi, ha portato a contratti complessi e modelli di fatturazione poco chiari. La promessa di risparmi da 120 milioni di sterline all’anno è evaporata, lasciando le pubbliche amministrazioni intrappolate in accordi a lungo termine con i giganti del settore.
La via da seguire
La raccomandazione della Competition and Markets Authority (CMA) di designare Microsoft e AWS come aziende con uno Statuto di Mercato Strategico è un passo cruciale. Questo potrebbe aprire la strada a rimedi regolatori che favoriscano la concorrenza, come requisiti di interoperabilità e normative sui diritti di licenza. Tuttavia, senza la volontà politica di implementare queste misure, il rischio è che la dominanza venga non solo tollerata, ma addirittura aspettata.
Ciò che serve è un cambiamento audace: una rivalutazione dei framework di approvvigionamento del settore pubblico e un supporto obbligatorio per modelli multi-cloud. La CMA ha l’opportunità di seguire l’esempio di iniziative di successo, come l’open banking nel settore bancario, per garantire che il mercato cloud funzioni realmente per i clienti.
Ricordiamo che queste soluzioni non sono solo teoriche. Siamo di fronte a un cambiamento necessario per garantire che il Regno Unito non solo recuperi la fiducia nel governo digitale, ma possa anche offrire un reale valore ai contribuenti. È tempo di riavviare la strategia cloud, non solo nel nome, ma nello spirito.
