Il contesto della questione
Negli ultimi mesi, la questione della privacy e della protezione dei dati personali è diventata sempre più centrale nel dibattito pubblico, specialmente con l’emergere di piattaforme di intelligenza artificiale come DeepSeek. Questa piattaforma, di origine cinese, ha attirato l’attenzione del Garante della privacy italiano, che ha avviato un’azione per fermare il trattamento dei dati degli utenti italiani. Il 30 gennaio, l’Autorità ha emesso un provvedimento d’urgenza, ordinando la sospensione del servizio offerto da Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence.
Le reazioni delle aziende coinvolte
Le due società cinesi hanno risposto alle contestazioni, sostenendo di non operare in Italia e quindi di non essere soggette alla normativa italiana o europea.
Tuttavia, nonostante la rimozione dell’app DeepSeek dagli store di Android e Apple, gli utenti possono ancora accedere al servizio tramite il sito web. Questa situazione ha spinto il Garante a contattare gli Internet provider, sottolineando che l’accesso al sito di DeepSeek potrebbe comportare un trattamento illecito dei dati personali degli utenti italiani.
Il ruolo degli Internet provider
Il Garante ha inviato una lettera all’Associazione italiana degli Internet provider (Aiip), evidenziando che la prosecuzione del servizio in Italia deve essere considerata illecita. Tuttavia, la lettera è stata interpretata dall’Aiip come un invito generico piuttosto che come un ordine formale. Giovanni Zorzoni, presidente dell’associazione, ha dichiarato che i provider possono agire solo su provvedimenti espliciti e chiari, e ha chiesto regole più definite per garantire la libertà di accesso a Internet.
Le implicazioni legali e future
Secondo il Garante, l’accesso al sito di DeepSeek dall’Italia rappresenta una violazione del GDPR. Inoltre, l’articolo 7 del Digital Services Act consente agli operatori di adottare misure per rimuovere contenuti illegali. Tuttavia, la lettera del Garante non ha fatto riferimento a questa normativa, lasciando aperta la questione su come procedere. La genericità della comunicazione ha portato l’Aiip a chiedere ulteriori chiarimenti, in attesa di una risposta più dettagliata da parte dell’Autorità.