Il contesto della transizione ecologica
Il 2025 si profila come un anno cruciale per la transizione ecologica in Europa, un momento in cui le scelte politiche e le normative adottate negli anni precedenti dovranno dimostrare la loro efficacia. Con l’entrata in vigore di direttive come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), l’Unione Europea si trova a dover affrontare sfide concrete per garantire che le strategie ambientali siano non solo ambiziose, ma anche praticabili. La CEO di Suez Italy, Patrizia Rutigliano, ha evidenziato come le difficoltà pratiche di alcuni Stati membri possano ostacolare il progresso verso la sostenibilità.
Le difficoltà del settore energetico e automotive
Un esempio emblematico delle sfide che l’Europa deve affrontare è rappresentato dal settore dell’idrogeno.
Mentre Paesi come il Giappone e l’Australia avanzano rapidamente, l’Europa sembra arrancare. Inoltre, il settore automotive è in crisi, con l’Italia che deve affrontare infrastrutture inadeguate, come la mancanza di colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Queste problematiche evidenziano la necessità di un approccio più flessibile e adattabile da parte delle istituzioni europee, che devono considerare le specificità di ogni Stato membro.
Il ruolo dell’economia circolare
L’economia circolare rappresenta un altro ambito in cui l’Unione Europea si trova a dover fare i conti con la realtà. Sebbene l’UE sia all’avanguardia in questo settore, il passaggio a un modello economico sostenibile è più semplice per le economie mature. Molte imprese, infatti, faticano a rivedere i propri modelli di business per adattarsi alle nuove esigenze di sostenibilità.
Rutigliano sottolinea che le recenti crisi, come la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia, hanno costretto l’Unione a rivedere le proprie priorità, portando a un temporaneo ritorno all’uso di fonti fossili per garantire la sicurezza energetica.
La CSRD come opportunità di crescita
Uno dei temi più discussi del 2025 sarà l’applicazione della CSRD, che impone alle grandi aziende di rendicontare in modo dettagliato il proprio impatto ambientale e sociale. Rutigliano la definisce come il “grande spauracchio” dell’anno, poiché la sua attuazione comporta difficoltà operative anche per le imprese più strutturate. Tuttavia, rappresenta anche una grande opportunità: l’intero ecosistema produttivo, inclusi fornitori e piccole imprese, dovrà adeguarsi a standard di trasparenza e misurabilità, avvicinando l’Italia ai grandi player internazionali.
Il futuro della sostenibilità aziendale
La comunicazione della sostenibilità è un altro tema chiave. Attualmente, le grandi aziende e i settori con un forte impatto ambientale sono più attrezzati a integrare la sostenibilità nelle loro strategie. Tuttavia, il futuro richiede che ogni impresa, indipendentemente dal settore, adotti un modello di business in cui sostenibilità e competitività siano inscindibili. Secondo Rutigliano, il concetto di “brand” e “purpose” sarà sempre più legato agli obiettivi di sostenibilità, rendendo questo cambiamento di paradigma un elemento imprescindibile di ogni strategia aziendale.