#hack4Dante: la tecnologia a scuola crea nuovi modelli di interazione

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#Hack4Dante è un progetto pilota che lancia la sperimentazione di un percorso condiviso di commento della Divina Commedia mediante l’uso delle nuove tecnologie: non è tecnocentrico ma educativo perché coniuga nuove tecnologie e didattica, in piena coerenza con gli obiettivi della Legge 107/15 (Art. 1, comma 7 lettere h – i), per promuovere lo sviluppo delle competenze digitali attraverso l’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media potenziando, al contempo le metodologie laboratoriali, nel rispetto degli orientamenti del Piano Nazionale Scuola Digitale (D.M. 851 del 27/10/2015), perché

l’educazione nell’era digitale non deve porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano.

IN SPERIMENTAZIONE

La prima tappa di questa sperimentazione si è tenuta ad Ostuni (Brindisi), presso il Liceo Scientifico “Ludovico Pepe” il 30 gennaio.

La seconda ha avuto luogo sabato 13 febbraio, nella sede del Liceo Classico dell’I.I.S.S. “V. Lilla” di Francavilla Fontana/Oria (Brindisi), dove 32 studenti del terzo anno (8 della sezione Classica, 20 della sezione Scientifica dell’IISS “Vincenzo Lilla” e 4 del Liceo Scientifico “Ludovico Pepe” di Ostuni, guidati dalla Professoressa Paola Lisimberti, membro del gruppo di progetto) si sono sfidati a colpi di terzine e hyperlink, all’interno della bellezza contestualizzata e resa viva da un bot Telegram (servizio di instant messaging), @divinacommediabot, creato da un programmatore italiano, Francesco Piero Paolicelli.

Il bot della Commedia funziona come una chat, interagisce con gli utenti, risponde. Si può chiamare un canto e averlo subito disponibile, cercare una parola e ritrovarla in ogni terzina delle tre cantiche in cui è usata, realizzare percorsi tematici in verticale.

Naturalmente le potenzialità nella didattica sono tutte da sperimentare e molto dipende dall’uso che i docenti ne faranno nella pratica quotidiana.

Fedele Congedo, architetto esperto di processi partecipati e membro del team di progetto, ha sottolineato che la conoscenza è come il mare: «Noi vediamo la superficie, ma è bello immergersi, imparare a nuotare ed apprezzare la bellezza dei fondali».

OLTRE L’HACKATHON

Sarebbe riduttivo identificare il progetto con l’hackathon, che ne è solo il momento di consolidamento e strutturazione dei link e dell’analisi pregressa.

L’attività è strutturata in due step complementari e sequenziali: la fase preparatoria e l’hackathon vero e proprio.

La fase preparatoria è essenziale per garantire la qualità del risultato non solo da un punto di vista didattico (il bot Telegram, arricchito dai link).

Per questo è stato creato un team di progetto interno all’Istituto: oltre al sottoscritto, in qualità di Animatore Digitale dell’Istituto e membro del team di progetto, la professoressa Maria Giovanna Caforio, docente dell’organico potenziato dell’istituto (opportunità dovuta all’attuazione della Legge 107/15), ha avuto un ruolo essenziale di elemento catalizzatore e collettore, tenendo i contatti con la professoressa Lisimberti e coordinando i colleghi curricolari del Liceo Scientifico e Classico (professoresse Maria Teresa Pupillo, Luigina Genovesi, Cosima D’Elia e il professor Italo Pellegrino) e seguendo i ragazzi, nell’analisi profonda del Canto VI dell’Inferno per chiavi semantiche pertinenti (Avidità, Corruzione, Dignità, Giustizia).

In questa fase, inoltre, ho introdotto le potenzialità del IM Telegram ed è stata creata una chat di gruppo con gli studenti e i docenti partecipanti (oltre, ovviamente, al bot stesso: Dante era con noi), che ha consentito di sperimentare, in concreto, cosa significhi lavorare in modalità flipped, oltre le mura dell’aula, in orari non “di servizio”, creando una community virtuale ma, al contempo, reale di persone che, indipendentemente dal loro ruolo, stavano sviluppando conoscenza e competenza.

La professoressa Caforio: «Sabato nell’Aula Magna del Lilla si sentiva un profumo intenso. Un bouquet fresco e frizzante, un misto di gioventù, entusiasmo, passione e voglia di mettersi in gioco.

Erano i nostri ragazzi, che, con gioia, sono entrati dentro a un’opera che ha parlato con loro e per loro, ma anche noi docenti che finalmente toccavamo con mano quel “saper fare” che abbiamo tante volte solo scritto.

E’ stata un’esperienza bellissima un modo nuovo e arricchente di insegnare, leggere e fare didattica della Commedia, quest’opera senza tempo che, abbiamo scoperto, paradossalmente sembra diventare ogni giorno più attuale. Un ringraziamento al team eccezionale che c’è dietro al progetto è d’obbligo. Il loro entusiasmo e la voglia di fare sono stati coinvolgenti e… infettivi!».

E poi, l’hackathon. La “sfida” a colpi di terzine.

Pino Suriano, docente di lettere e membro del team di progetto, Presidente della sezione materana della Società Italiana Dante Alighieri, introduce la giornata ricordando che stiamo camminando nella bellezza dei versi della Divina Commedia che è un’opera imperniata sull’amore e non un racconto dell’aldilà e di morte.

Il setting d’aula non è affatto un dettaglio ma è decisivo per la riuscita di una sperimentazione didattica centrata sulla flipped classroom e sul cooperative learning.

La professoressa Giovanna Carla Spagnolo, Dirigente Scolastica dell’I.I.S.S. “Lilla”, presente per tutta la durata dell’evento, ha sottolineato come l’idea di ospitare una giornata di lavoro dedicata a #Hack4Dante era troppo importante per coinvolgere un’unica classe. Per consentire la partecipazione a tutte le terze occorreva andare oltre l’aula. Da qui l’idea di utilizzare l’aula magna, ma sconvolgendone la tradizionale disposizione, perché anche lo spazio col suo significato condiziona l’ apprendimento.

Gli studenti, divisi in squadre, hanno lavorato sul Canto VI dell’Inferno, scelto dai docenti, e hanno riflettuto su alcuni temi proposti all’interno di un laboratorio partecipato, individuando nel web dei link pertinenti di commento alla Commedia.

Decisamente d’impatto il muro nomade sul quale Fedele Congedo ha appuntato, per ogni terzina, le parole chiave e gli spunti che emergevano dall’hackathon.

I ragazzi hanno esplorato, camminando nella bellezza dell’opera guidati e “provocati” da Pino, da Fedele e dal professor Italo Pellegrino che, nelle vesti del “visionario”, ha provocato come un hacker nell’hacking, come ulteriore elemento di rottura tesa all’emergenza del pensiero divergente e laterale.

DANTE TORNA IN VITA (ANZI IN CHAT)

Durante la fase di consolidamento e inserimento dei link nel Google Sheet da cui il bot estrae i contenuti, gli studenti hanno potuto effettuare delle escursioni importanti all’interno delle tematiche relative alle competenze digitali, verificando l’attendibilità della fonte e la stabilità dei link, operazione necessaria per rendere il prodotto culturale stabile e solido. Non è mancata l’opportunità di illustrare sinteticamente cos’è una base dati e quali sono i concetti delle estrazioni da un database (query).

Una curiosità: solo due giorni prima, giovedì 11 febbraio era stato dato l’annuncio della osservazione delle onde gravitazionali. Sabato, i ragazzi, muovendosi nella bellezza della Divina Commedia, hanno creato una perturbazione spazio-temporale, riportando Dante in vita – anzi, in chat! – a guidarci di qui per loco etterno.

MIMMO APRILE

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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