Il 3 settembre, la sala affollata del Senato ha ospitato un’importante conferenza stampa, durante la quale si è levato un grido di aiuto per la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. “Buon vento, Global Sumud Flotilla” è il mantra che ha accompagnato l’incontro, in cui attivisti provenienti da 44 Paesi si preparano a partire su oltre 50 imbarcazioni. L’obiettivo è rompere il blocco navale imposto da Israele e portare aiuti umanitari a chi ne ha maggiore bisogno.
Il significato di una missione
La senatrice Alessandra Maiorino, del Movimento 5 Stelle, ha aperto la conferenza con parole di forte impatto: “Siamo felici e orgogliosi di aprire le porte del Senato agli attivisti che stanno facendo ciò che le istituzioni dovrebbero fare”.
In un contesto in cui il termine “Palestina” è spesso considerato tabù, questa iniziativa rappresenta una significativa ventata di aria fresca. Maiorino ha denunciato il silenzio del governo italiano, evidenziando l’urgenza di affrontare un genocidio che, secondo molti, è in corso. La portavoce Maria Elena Delia ha sottolineato come la Global Sumud Flotilla sia un’iniziativa nata dal basso, caratterizzata da una mobilitazione senza precedenti di persone comuni pronte a sostenere una causa al di là dei confini politici.
Non si tratta solo di parole. La missione ha già raccolto ingenti quantità di acqua, cibo, medicinali e beni di prima necessità, un gesto simbolico ma concreto in risposta a ciò che i governi occidentali “non vogliono o non possono fare”. Laura Boldrini, ex presidente della Camera, ha ribadito l’importanza di rompere l’assedio israeliano su Gaza e di garantire l’ingresso degli aiuti umanitari: “Siamo di fronte a un genocidio”, ha affermato, sottolineando l’urgenza della situazione.
Le reazioni internazionali e le minacce del governo israeliano
La reazione del governo israeliano non si è fatta attendere. Itamar Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, ha dichiarato che gli attivisti saranno trattati come terroristi. Questa affermazione evidenzia i rischi che i partecipanti alla flotta stanno affrontando, inclusa la possibilità di essere catturati in acque internazionali. “Non stiamo andando in crociera”, ha avvertito Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia. Chi parte è consapevole dei potenziali rischi, ma la determinazione di portare aiuto prevale sulla paura.
In questo contesto, le organizzazioni umanitarie e religiose coinvolte nell’iniziativa stanno richiedendo una protezione diplomatica per i propri membri. Delia ha affermato: “Ci aspettiamo di essere tutelati dallo Stato italiano”. Tuttavia, rimane da vedere se il governo italiano risponderà a questo appello.
In Spagna, il governo di Pedro Sánchez ha già garantito protezione ai suoi cittadini, esercitando pressione su Roma.
Un appello alla coscienza collettiva
Durante la conferenza, ha sorpreso l’intervento di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. Le sue parole hanno aggiunto ulteriore significato all’incontro: “Siamo solidali con un progetto umanitario. Qui in gioco c’è il senso di umanità”. L’ex premier ha richiesto protezione per i connazionali che si preparano a salpare, un appello che merita attenzione.
La situazione a Gaza è drammatica. Negli ultimi anni, migliaia di civili, tra cui giornalisti, sono stati uccisi e etichettati come “terroristi” dal governo di Netanyahu. Questo tema è stato ripreso da Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, che ha denunciato l’intollerabile violazione dei diritti umani. L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché non rimanga indifferente. La Global Sumud Flotilla si sta preparando a salpare, portando con sé la speranza di un futuro migliore per la popolazione palestinese.
In un contesto in cui l’indifferenza sembra prevalere, l’iniziativa della Global Sumud Flotilla rappresenta un faro di speranza, un invito a non volgere lo sguardo dall’altra parte.