Il giornalismo riveste un ruolo cruciale per il funzionamento della democrazia nel nostro Paese. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a una preoccupante deteriorazione della qualità dell’informazione. Questa crisi è il risultato di scelte editoriali discutibili e della mancanza di un adeguato adattamento alle sfide del digitale.
Molti editori, di fronte alla crisi dei media tradizionali, hanno optato per strategie che hanno portato a un abbattimento dei costi, piuttosto che a un investimento nella trasformazione del settore. Questa situazione ha avuto ripercussioni dirette sulla vita delle redazioni e sull’intero panorama dell’informazione.
Le conseguenze della crisi
La riduzione degli organici, le retribuzioni sempre più basse e i frequenti licenziamenti hanno impoverito il tessuto informativo italiano. La paralisi contrattuale ha ulteriormente inasprito la situazione, portando a un’offerta di notizie limitata e a un pluralismo sempre più fragile.
Il ruolo dei giornalisti nella crisi
I professionisti del settore, che ogni giorno si impegnano a raccontare i fatti che ci circondano, si trovano a fronteggiare una situazione insostenibile. Le casse integrazioni e i prepensionamenti hanno ridotto drasticamente il numero di giornalisti attivi, rendendo difficile mantenere gli standard di qualità richiesti da una società informata.
Manifestazioni e richieste di rinnovamento
In risposta a queste problematiche, è stato indetto uno sciopero nazionale per il 28 novembre. La mobilitazione si preannuncia come un momento cruciale per far sentire la voce dei giornalisti, che rivendicano il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Fnsi-Fieg, scaduto da oltre dieci anni.
Le richieste dei giornalisti
I giornalisti chiedono un nuovo accordo con gli editori che risponda alle sfide attuali.
È fondamentale che questo contratto tenga conto della perdita del potere d’acquisto causato dall’inflazione e favorisca l’ingresso di nuove leve. Inoltre, è necessario garantire diritti e retribuzioni adeguate per i collaboratori e i corrispondenti, molti dei quali operano in condizioni di precarietà.
Verso un futuro sostenibile per l’informazione
Il nuovo contratto deve essere inclusivo e non lasciare indietro nessuno, tutelando i diritti già acquisiti e prevedendo l’inserimento di nuove figure professionali. Al tempo stesso, è fondamentale affrontare le sfide legate all’uso dell’intelligenza artificiale e garantire un equo compenso per la cessione dei contenuti online.
Lo sciopero del 28 novembre, che sarà preceduto da una manifestazione di piazza a Roma il 27 novembre, non ha intenti politici ma mira a sottolineare l’importanza di un’informazione di qualità.
Solo con giornalisti professionisti, liberi e protetti nei loro diritti, si potrà sperare in un futuro informativo migliore.

