Futuro tascabile (e sostenibile): ecco i “quasi-smartphone” da 40 euro

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Sono belli, low cost, magari persino indipendenti dalle multinazionali, e possono cambiare il mondo. O quasi. Sono i nuovi smartphone del 2015 e hanno caratteristiche tali da spingere verso un ulteriore salto di popolarità i servizi mobili.Il fenomeno investirà trasversalmente tutto il pianeta, ma le conseguenze saranno diverse nei Paesi poveri rispetto a quelli sviluppati. Se da noi i nuovi smartphone “economici ma buoni” renderanno più popolari il video e l’informazione in mobilità (tra le altre cose), nei Paesi in via di sviluppo potranno avere un effetto positivo sull’economia e la società. Al recente Mobile World Congress di Barcellona abbiamo potuto avere prova del notevole sviluppo hardware che gli smartphone stanno subendo. In due modi.

Foto: globalenvision.org

GLI SMARTPHONE DI FASCIA MEDIA

Da una parte, con smartphone di fascia media (150-300 euro) dalle caratteristiche inedite: finalmente, con un design e materiali di qualità e un hardware privo di gravi lacune.

Come il Sony Aqua, e poi i modelli della stessa fascia di Lg e Microsoft. Oppure Xiaomi, marchio emergente cinese che non si è visto a Barcellona ma che sta rivoluzionando il mercato smartphone, grazie a prodotti con uno straordinario rapporto qualità-prezzo.

I “QUASISMARTPHONE” LOW COST A MENO DI 50 EURO

Sull’altro fronte, a Barcellona ci sono stati i nuovi modelli low cost pensati per i Paesi poveri, a meno di 50 dollari. Spiccano quelli dotati di Firefox Os, il nuovo sistema operativo mobile basato su Linux e alternativo ad Android. È vero che anche Android è un sistema aperto, ma sempre di più rivela di essere legato agli interessi di Google. Ecco perché Mozilla, con Firefox Os, ora guida l’avanzata di sistemi operativi indipendenti.

A Barcellona si è vista un’espansione di questo ecosistema con nuovi dispositivi e Paesi coperti.

Foto: agemobile.com

A farne una sfìida vincente sono gli operatori mobili: come Orange, che lancerà in Africa un cellulare che costerà 40 euro con addirittura un bundle di traffico compreso.

E’ così che i big della telefonia mobile provano ad affrontare l’alto costo del traffico dati, che è uno dei principali problemi nei Paesi in via di sviluppo.

McKinsey ha calcolato che un piano dati da 500 MB vale cinque giorni di lavoro in molti Paesi poveri. Ecco perché da quelle parti stanno decollando le iniziative di Facebook e Google che fanno navigare gratis sui propri siti, in accordo con gli operatori mobili (c’è anche l’analogo progetto Wikipedia Zero).

Con lo svantaggio che gli abitanti dei Paesi poveri si ritrovano in una internet recintata, su misura degli interessi dei big.

INDIA, JENIA, TANZANIA: RIVOLUZIONE DIGITALE IN CORSO?

È venuto il momento di chiedersi quali conseguenze potranno avere, sulla società, i nuovi modelli. «Da noi, smartphone dagli schermi grandi, potenti, dotati di 4G ma comunque economici, spingeranno ancora di più le nuove squattrinate generazioni verso un uso pieno degli strumenti mobili. Per vedere serie tv e video notizie, per esempio», dice Giovanni Boccia Artieri, sociologo docente all’Università di Urbino.

Nei Paesi poveri, le conseguenze potranno essere ancora più dirompenti. Già adesso i sistemi di mobile payment M-Pesa in Kenya sono serviti a migliorare la condizione economica degli utenti, facilitando il commercio (i loro ricavi sono aumentati del 30 per cento). In India, sono in 5 milioni a usare la piattaforma di mobile learning mEducation di Bharti Airtel. In Tanzania, i dermatologi possono fare diagnosi a distanza grazie a un app cellulare. In molti Paesi africani, i cellulari consentono ai pescatori controllare in tempo reale il mercato del pesce e quindi fare scelte più vantaggiose.Lo sviluppo degli schermi, dei processori e delle fotocamere nei modelli low cost spingerà queste e altre, più sofisticate, applicazioni.

La diffusione degli smartphone connessi alla rete aprirà il mondo dei big data nei Paesi poveri, permettendo quindi, per esempio, di prevedere lo scoppio di un’epidemia o una catastrofe naturale.

È possibile farlo riuscendo a intercettare i primi segnali del problema, analizzando le parole di ricerca più diffuse o i post sui social network.

Lo sviluppo tecnologico dei low cost apre insomma a una più ampia fascia di utenti i vantaggi della telefonia mobile evoluta (con app e internet). Certo, la tecnologia è solo uno dei fattori in gioco. Anche le scelte degli operatori mobili e dei governi (di sostenere o frenare i nuovi servizi) incideranno sul risultato finale. E il peso di big come Facebook e Google è tale da rischiare di indirizzare lo sviluppo verso i propri interessi. Ma per la prima volta nella Storia, tutti nel mondo possono aspirare a oggetti sufficientemente potenti, che aprono un infinito di applicazioni potenzialmente rivoluzionare dello status quo.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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Ecco perché odio la burocrazia e amo l’etica hacker